Esselunga mette in cassa integrazione oltre 200 dipendenti: “Inevitabile anche per evitare enormi sprechi alimentari”

L'azienda Esselunga ha messo in cassa integrazione oltre duecento dipendenti del magazzino che si trova in via Dione Cassio a Milano per lo sciopero in corso indetto dalla Filt Cgil Milano "nei confronti delle aziende che forniscono i servizi di consegna per le spese online (Brivio e Viganò, Deliverit e Cap Delivery) che sta affrontando gravi disagi operativi", scrive l'azienda in un comunicato.
Sempre Esselunga ha spiegato che questa situazione ha compromesso la capacità di "garantire ai clienti il servizio e-commerce nell'area di Milano" soprattutto per le persone anziane e in stato di fragilità. "La protesta messa in atto sta impedendo ai nostri dipendenti dei centri di distribuzione che preparano le spese poi affidate ai trasportatori per le consegne, di svolgere il proprio lavoro". Per questo motivo, l'azienda sostiene di essere costretta a ricorrere alla cassa integrazione.
Il provvedimento interessa oltre duecento dipendenti del magazzino di via Dione Cassio: "Questo passaggio, purtroppo, è inevitabile anche per evitare enormi sprechi alimentari".
Sempre Esselunga ha fatto sapere che spera di tornare a un "un operato responsabile e a un confronto costruttivo tra tutte le parti coinvolte. La nostra priorità rimane sempre quella di garantire un servizio di qualità ai nostri clienti e un ambiente di lavoro stabile per i nostri dipendenti".
Agostino Mazzola di Filt Cgil ha commentato quanto accaduto affermando che questi grandi colossi "mettono in cassa integrazione i lavoratori diretti, cioè i magazzinieri, per fare in modo che vedano come nemici i lavoratori indiretti, ossia i driver delle aziende esterne che però lavorano con divise che riportano il logo Esselunga e guidano camion con il logo Esselunga".
Ha poi precisato che in questo modo "stanno cercando in ogni modo di delegittimare la protesta, quando il diritto di sciopero è garantito dalla Costituzione".
Ha poi sottolineato "il vittimismo per cui si fa riferimento alle fasce più fragili della popolazione, mentre i lavoratori in sciopero consegnano a casa di tutti. Portano la spesa anche a me che sono alto e robusto".
"È la stessa Esselunga ad aver bloccato gli slot, per cui i clienti non possono ordinare la spesa online e così, dato che non ci sono ordini, loro mettono in cassa integrazione i magazzinieri".
La mobilitazione indetta dal sindacato coinvolge diversi autisti delle aziende Brivio & Viganò Logistics, Cap delivery e Deliverit che fanno circa 10mila consegne al giorno per conto della catena Esselunga: caricano e scaricano quintali di merce e spesso con doppi turni.
Ogni giorno si occupano di fare circa 10mila consegne per conto della catena di supermercati, caricando e scaricando 35 quintali di merce a turno sui camion, spesso con doppi turni come raccontato a Fanpage.it da uno di loro. Attività che non rientrano nelle mansioni previste dal contratto dei lavoratori. Per questo motivo, il sindacato chiede un'indennità pari a 10 euro giornalieri in più come riconoscimento di questa ulteriore mansione.
I lavoratori in protesta si sono riuniti in presidi organizzati davanti sia ai magazzini di via Dione Cassio, ma anche di Settimo Milanese, Varedo (Monza e Brianza) e Lallio (Bergamo). Il 23 aprile si è svolto un tavolo di confronto in Prefettura a Milano tra i lavoratori e le aziende coinvolte nella spesa a domicilio. Dopo quattro ore, si è arrivati a un nulla di fatto.