Espulso prima di sposarsi, salta il matrimonio e chiede i danni: “Voglio un milione”
La prima sezione civile della Corte di Cassazione ha accolto il ricorso "per mancanza di necessità e urgenza dell'espulsione" dall'Italia presentato da un uomo di 38 anni, cittadino della Nigeria, che è residente a Parma.
Nei suoi confronti era stato emesso un decreto di espulsione con sentenza del giudice di Parma, divenuto irrevocabile a marzo 2022. Poi è arrivato un decreto di trattenimento del Questore di Mantova, che è stato convalidato il 26 gennaio 2023 dal giudice di pace di Gorizia.
L'uomo era poi entrato al Centro di permanenza per il rimpatrio e poi lo hanno espatriato. Dopo l'espulsione, l'uomo è stato costretto a tornare in Nigeria. Non ha quindi potuto sposare, come riportato dal quotidiano Il Giorno, la compagna italiana.
L'uomo si è rivolto a un avvocato, il legale Claudio Defilippi del Foro di Milano, che ha poi presentato ricorso. La prima sezione civile della Corte di Cassazione lo ha accolto: "Nella specie il provvedimento di convalida è del tutto apodittico e laconico circa la regolarità dell’espulsione del trattenimento, ed ignora del tutto l’allegazione dell’istante, circa l’esistenza di legami familiari".
Il legale ha aggiunto che chiederanno un milione di euro "per danni morali al ministero dell'Interno". "Per la Cassazione, il trattenimento e l’espulsione del mio cliente sono illegittimi, perché il giudice di pace avrebbe dovuto tenere conto dei legami familiari. Doveva sposarsi, e sarebbe diventato cittadino italiano, mentre ora ha perso tutto, matrimonio e famiglia sono svaniti. Chiederemo un milione di euro per danni morali al ministero dell’Interno".
Per il momento, la Corte di Cassazione ha condannato il ministero al pagamento delle spese del giudizio di legittimità e del giudizio di primo grado.