Esce dall’ospedale e uccide il marito: indagata per omicidio colposo la dottoressa che ha firmato le dimissioni
È passato un anno dall'omicidio di Diego Rota da parte della moglie Caryl Menghetti, che la sera del 26 gennaio scorso nella loro villetta di Martinengo (Bergamo) uccise a coltellate il marito in preda ai deliri che da tempo le offuscavano la mente. E così, nell'ambito del processo che vede imputata la donna (già giudicata incapace di intendere e di volere e presto destinataria di una nuova perizia psichiatrica per valutare il suo stato di pericolosità sociale), risulta indagata per omicidio colposo anche la dottoressa che proprio la mattina stessa firmò le dimissioni dell’imputata, accompagnata all'ospedale di Treviglio in preda alle allucinazioni.
Secondo quanto emerso finora dalle indagini condotte dai Carabinieri della compagnia di Treviglio con il nucleo investigativo di Bergamo Caryl Menghetti, che condivideva da anni la villetta di via Cascina Lombarda con il consorte e la loro figlia di 7 anni, presentava già da tempo evidenti problemi psichici, tanto che tre anni fa era già stata sottoposta a un trattamento sanitario obbligatorio. Ma non solo. Anche la mattina del 26 gennaio la 46enne avrebbe manifestato segni di squilibrio: vere e proprie allucinazioni per le quali era stata portata in ambulanza nel reparto di Psichiatria dell'ospedale di Treviglio, per poi venire dimessa poche ore dopo con una cura farmacologica.
Uno stato psichico fragile cominciato, stando a quanto emerso, dopo la morte di un figlio durante la gravidanza gemellare che aveva fatto venire alla luce la piccola di 7 anni. Un trauma, probabilmente aggravato da problemi economici, che la 47enne non era mai riuscita a superare e che, negli ultimi tempi, l'aveva portata a scagliarsi contro il marito accusandolo di voler fare del male alla loro bambina. Fino a quella sera di fine gennaio, quando in preda ai deliri si è accanita contro di lui con due coltelli da cucina.