Eros Di Ronza ucciso con 20 forbiciate, chiesto il carcere per i due arrestati per omicidio volontario
La Procura di Milano ha chiesto la convalida dell'arresto e la custodia cautelare in carcere per Shou Zhou, 30 anni, e suo zio Liu Chongbin, 49 anni. I due sono accusati dell'omicidio volontario in concorso, senza aggravanti, di Eros Di Ronza, ucciso nella mattinata di giovedì 17 ottobre con almeno 20 forbiciate. Il 37enne stava provando a rubare dei gratta e vinci nel bar-tabaccheria di viale Da Cermenate, di cui titolare è la moglie del 49enne, ma aveva fatto scattare l'antifurto. Svegliati, il 30enne e il 49enne sono arrivati davanti al negozio: dopo una breve colluttazione, il complice 48enne di Ronza è riuscito a scappare, mentre il 37enne è stato colpito a morte con un paio di forbici mentre tentava di scappare. Oggi i due saranno interrogati in carcere a San Vittore, dopodiché il gip decidere se accogliere la richiesta della Procura.
L'omicidio di Di Ronza durante la fuga
Stando a quanto ricostruito dalle indagini condotte dalla polizia di Stato e coordinate dalla pm di turno, Maura Ripamonti, Eros Di Ronza e il suo complice di 48 anni erano arrivati di fronte al bar-tabacchi di viale Da Cermenate poco dopo le 4 del 17 ottobre in sella a un motorino rubato. Usando un cric per auto, i due erano riusciti ad alzare la saracinesca del locale. Mentre il 48enne faceva da palo, il 37enne era entrato per prendere alcuni gratta e vinci.
Entrando nel bar, Di Ronza aveva fatto scattare l'antifurto che ha svegliato la famiglia titolare dell'attività che dormiva sullo stesso stabile. Poco dopo, Zhou e Chongbin sono scesi in strada per verificare quanto stava accadendo e brandendo un paio di forbici dalla lama di 11 centimetri. Il 48enne, dopo una breve colluttazione, è riuscito a fuggire (sarà poi identificato e denunciato nel pomeriggio), mentre Di Ronza è stato colpito con una prima forbiciata al torace mentre era ancora sotto la saracinesca divelta. Dopodiché, è stato raggiunto da almeno altri 20 colpi, al petto, all'addome, alla schiena, ai fianchi, alle gambe e agli arti superiori, quando stava cercando di scappare in strada.
La telefonata di Zhou al 112
A chiamare i soccorsi è stato Zhou alle 5:06. Il 30enne al telefono avrebbe detto di aver dato un pugno a un ladro e che questo stava morendo. Al 112 ha spiegato di aver già fermato il ladro e che, ormai, stava malissimo e perdeva sangue. Quando gli operatori sanitari sono arrivati in viale Da Cermenate, Di Ronza era già morto. In un primo esame, il medico legale ha riscontrato in tutto 36 ferite sul corpo del 37enne.
Secondo la pm Ripamonti, quello messo in atto da Zhou (che ha detto di essere stato lui a colpire il ladro) non può essere considerato legittima difesa. Di Ronza, infatti, pare non abbia mai reagito ai colpi di forbici ricevuti e, anzi, è stato colpito mentre strisciava sotto la saracinesca e mentre scappava. Inoltre, in diverse occasioni il 30enne ha parlato di quanto accaduto al plurale, perciò deve essere ancora valutata la partecipazione dello zio 49enne. Presto il gip dovrà decidere se convalidare l'arresto per omicidio volontario in concorso.