Ergastolo a Impagnatiello, Chiara Tramontano: “Mia sorella Giulia era una persona sensibile in un mondo violento”
"Giulia era persona sensibile in un mondo violento: era la preda per il leone". Sono le prime parole dette da Chiara, la sorella di Giulia Tramontano, dopo che i giudici della Corte d'Assise di Milano hanno condannato all'ergastolo Alessandro Impagnatiello. E poi ha aggiunto: "Questo caos che si è creato è l'opposto di quello che avrebbe voluto. Lei entrava in punta di piedi nella vita delle persone. Lei era rara: anche nel momento in cui il suo cuore era distrutto ha pensato a un'altra donna che poteva aver vissuto la stessa situazione". Racconta che Giulia "era presente, ma mai rumorosa. Era silenziosa. Quando sei così sensibile in questo mondo violento, sei la preda per il leone. Giulia è tutto questo, un'anima gentile".
Chiara Tramontano commenta così la decisione dei giudici: "É finita questa dolorosa esperienza sono d'accordo con il verdetto del giudice. Lei ora è sempre con noi: è in ognuno di noi. Ognuno della sua famiglia oggi in tribunale ha indossato qualcosa di suo: un bracciale, un maglione,…è sia nei nostri pensieri che nelle cose materiali. é sempre difficile parlare di Thiago perché non lo conoscevamo, ma avremmo cresciuto un'anima gentile. Thiago è parte di Giulia e parte di noi. Noi abbiamo due angeli custodi".
La sentenza è arrivata oggi 25 novembre, nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne: "Nessuna donna – ha aggiunto Chiara Tramontano – ha vinto in quest'aula: oggi è arrivato l'ergastolo ma dopo la morte. Noi donne potremo vincere solo quando cammineremo per le strade di questo paese e ci sentiremo sicure o ci sentiremo soddisfatte della nostra vita. Per ora questo verdetto non ha stabilito niente".
Alessandro Impagnatiello è stato condannato all'ergastolo per aver ucciso la compagna incinta di sette mesi: i giudici della Corte d'Assise hanno riconosciuto l'omicidio pluriaggravato, non riconoscendo alcuna attenuante ed escludendo solo l'aggravante dei futili motivi, mantenendo quelle della premeditazione, della crudeltà e del rapporto di convivenza. La Corte lo ha condannato anche a 3 mesi di isolamento e a risarcire con provvisionali da 200mila euro ciascuna il padre e la madre di Giulia e con 150mila euro a testa il fratello e la sorella della vittima.