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Epatite acuta nei bambini, cosa sappiamo: le ultime notizie

Epatite acuta nei bambini, un caso sospetto a Milano: bimbo di 4 anni ricoverato per accertamenti

Un bambino di 4 anni è ricoverato all’ospedale San Paolo per accertamenti. Potrebbe trattarsi di un altro possibile caso di epatite acuta scatenata da causa sconosciuta. “Non c’è motivo di allarmarsi”, afferma comunque il primario di Pediatria, Giuseppe Banderali.
A cura di Francesco Loiacono
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Foto di repertorio
Foto di repertorio

Serviranno ancora alcuni accertamenti per sapere se un bambino milanese di 4 anni, attualmente ricoverato all'ospedale San Paolo del capoluogo lombardo, potrà essere considerato un nuovo caso di epatite acuta scatenata da una causa sconosciuta. Della malattia che sta preoccupando soprattutto la Gran Bretagna si contano 11 segnalazioni in Italia, ma nell'ultimo report in materia pubblicato dall'Organizzazione mondiale della sanità i casi di epatite acuta di origine sconosciuta segnalati in Italia sono diventati quattro. Due dei pazienti oggetto di segnalazione sono bambini residenti in Lombardia, uno dei quali – un undicenne – ha avuto bisogno di un trapianto di fegato. Entrambi i pazienti lombardi sono ricoverati all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo: i due casi non sarebbero collegati tra loro.

Il primario di Pediatria del San Paolo: Non c'è motivo di allarmarsi

"Non c’è motivo di allarmarsi", ha detto al "Corriere della sera" il direttore di Pediatria e neonatologia all’ospedale San Paolo, Giuseppe Banderali, che ha però ammesso di aver ricevuto centinaia di telefonate di genitori spaventati. "Siamo in una fase in cui le istituzioni devono dare l’allerta per arrivare a un quadro più preciso. Serve un’operazione di rete a livello europeo e mondiale, anche perché i dati che abbiano finora sono a macchia di leopardo", ha spiegato il primario. La Lombardia, così come altre regioni italiane, si è già mossa: ieri, dopo l'indicazione da parte del ministero della Salute di segnalare tutti i casi sospetti, si è tenuta una riunione tra l'assessorato al Welfare e gli ospedali proprio per fornire indicazioni su come segnalare i casi sospetti.

La linea passata è quella della precauzione: per cui saranno segnalati anche sia i i pazienti con epatite acuta di origine ignota confermati (che hanno sintomi come transaminasi oltre i 500, ittero ossia colorazione giallastra, sintomi gastrointestinali nelle settimane precedenti anche se senza febbre, e nei casi più gravi necessità di trapianto di fegato), sia i casi ritenuti sospetti o "probabili", non originati dai virus finora conosciuti. E si segnaleranno anche i casi correlati a livello epidemiologico a quelli confermati o sospetti. Vale comunque la pena di sottolineare le conclusioni alle quali è finora giunta l'Oms, improntate alla massima prudenza: "Non è chiaro se c'è stato un incremento nei casi di epatite, o un incremento nella conoscenza di casi di epatite che si verificano secondo l'andamento atteso ma vengono sottodiagnosticati. Sebbene l'adenovirus sia una possibile ipotesi, sono in corso indagini sulle cause".

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