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Enzo Caparra morto in un incidente, gli amici al funerale lo ricordano con un raduno di moto

Ai funerali del 20enne Enzo Caparra i familiari, amici e conoscenti si sono radunati in moto, minimoto e scooter. Così hanno voluto omaggiare il ragazzo: faceva il meccanico e le due ruote erano la sua grande passione.
A cura di Giorgia Venturini
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Il funerale del 20enne Enzo Caparra doveva essere un raduno di moto. Lo avevano immaginato in questo modo i suoi amici e così è stato. La cerimonia si è tenuta nel pomeriggio di oggi venerdì 15 novembre nella chiesa di via Ricotti, in zona Bovisa, a Milano: prima dell'inizio sul sagrato si sono radunati familiari, amici e conoscenti in moto, minimoto e scooter. La grande passione di Enzo, morto in un incidente stradale contro un'auto proprio sulla sua due ruote.

La tragedia è avvenuta lo scorso sabato 2 novembre in via Pellegrino Rossi, nel quartiere di Affori a Milano. Dalla ricostruzione di quanto accaduto, l'automobilista, un uomo di 52 anni, stava percorrendo via Pellegrino Rossi quando improvvisamente avrebbe girato verso la via privata Cesare Vignati e si è scontrato con Caparra senza riuscire a frenare in tempo. L'impatto è stato violento tanto che è stato colpito anche un uomo di 69 anni che camminava sul marciapiede e un ciclista di passaggio. In poco tempo sul posto sono arrivati i soccorsi che hanno ritenuto le condizioni del 20enne già subito molto gravi. Nulla è stato possibile a salvargli la vita.

Enzo Stefano Caparra avrebbe compiuto 21 anni il giorno di Natale. Faceva il meccanico in zona, ed era da sempre appassionatissimo di motori. E con i motori lo hanno salutato i suoi amici durante i funerali. Già il giorno dopo la tragedia gli amici si erano ritrovati nel punto esatto dell'incidente e avevano omaggiato con il rumore delle loro moto Enzo Caparra. Il padre della vittima in quella occasione era salito sul tetto di un’auto e aveva sollevato le braccia al cielo, prima di essere sommerso dagli abbracci di decine dei ragazzi presenti. Aveva gridato: "Enzo vive".

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