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Entra in Area B a Milano e prende 146 multe: il giudice ne annulla 145, ma il Comune impugna la sentenza

Il Comune di Milano ha deciso di impugnare la sentenza del giudice di pace che lo scorso novembre ha annullato 145 multe a una residente. La donna, infatti, era entrata 146 volte in Area B senza averne diritto e, alla fine, è stata condannata a pagarne una sola. Per la giunta di Sala, era “perfettamente a conoscenza della normativa”.
A cura di Enrico Spaccini
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Una donna è stata multata per essere passata 146 volte sotto le telecamere di Area B a Milano. Stando alle norme vigenti nel comune, la zona a traffico limitato che si estende per gran parte del territorio è preclusa ai veicoli più inquinanti, come l'Euro 5 diesel dell'automobilista sanzionata. Dopo aver impugnato i verbali con cinque ricorsi distinti, il giudice di pace lo scorso 22 novembre ha deciso di annullarne 145, condannandola a pagare la sanzione minima e le spese di notifica delle contravvenzioni, ovvero poco più di 500 euro. Per la giunta di Giuseppe Sala, però, la donna "era perfettamente a conoscenza della normativa" perciò ha deciso di impugnare la sentenza.

Le 146 violazioni e la "buona fede"

A riportare il contenuto della delibera approvata qualche giorno fa da Palazzo Marino è il quotidiano Il Giorno, che ripercorre le tappe che hanno portato il Comune a rivolgersi al Tribunale per l'annullamento di una sentenza. La donna in questione vive all'interno del perimetro di Area B. Essendo, dunque, residente, ha diritto a un numero preciso di ingressi nella ztl in un anno con il suo veicolo diesel classe Euro 5. Tuttavia, probabilmente dimenticandosi del limite di ingressi, l'automobilista ha varcato la soglia per 146 volte con il carnet ormai esaurito.

Così, la cittadina milanese si è vista recapitare a casa 146 verbali di infrazione, documentati con le immagini delle telecamere poste ai varchi di Area B. La donna ha, dunque, presentato ricorso e il 22 novembre scorso il giudice di pace le ha dato parzialmente ragione. Riconoscendo la "buona fede del soggetto che ha commesso le infrazioni", si legge nella sentenza, l'automobilista è stata condannata a pagare la sanzione minima e le spese di notifica di 37 contravvenzioni: in tutto, 503,32 euro.

Il Comune: "Era consapevole"

Il Comune di Milano, invece, ritiene che la sentenza del giudice di pace sia "errata e ingiusta". Intanto, viene spiegato nella delibera, della presunta buona fede "la ricorrente non ha dato prova in giudizio". Dopodiché, il suo comportamento, prosegue l'amministrazione, sarebbe "risultato palesemente connotato da precisa consapevolezza" dato che "era perfettamente a conoscenza della normativa vigente" e " del carattere illecito della sua condotta".

La giunta guidata da sala conclude la delibera citando l'articolo 198, comma 2, del Codice della strada. Questo, infatti, "prevede espressamente che nelle ztl chi violi i divieti di accesso o altri obblighi, divieti o limitazioni soggiace alle sanzioni previste per ogni singola violazione", e non, dunque, di una sola come in questo caso.

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