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Enrico Beruschi: “Alcuni ragazzi volevano farmi cadere con un bastone. Sala? Pensa troppo a difendersi”

Milano è cambiata da quando Enrico Beruschi ci è nato, ma il cabarettista non ha smesso di essere un fan della città. “Qui c’è sempre stata la tradizione di accogliere”, racconta in un’intervista a Fanpage.it.
A cura di Ilaria Quattrone
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Il cabarettista Enrico Beruschi non ha mai nascosto il suo amore per Milano. Nato nel capoluogo meneghino nel 1941, il comico conserva decine di ricordi. E con fierezza racconta a Fanpage.it come, da quando ne ha ricordo, la città sia sempre stato un punto nevralgico capace di accogliere tante persone da tutto il mondo. Eppure, nonostante questo, lo stesso Beruschi riconosce come – soprattutto negli ultimi anni – siano aumentate le difficoltà e le criticità. Caro affitti, costo elevato della vita e insicurezza sono elementi che di certo non possono passare in secondo piano.

Com’è cambiata la città di Milano?

Sono nato nella parte che una volta era considerata Sud di Milano: la circonvallazione del filobus 90, infatti, era a limite della città. Adesso, invece, potrebbe essere considerato quasi centro città. La prima immagine che ho di questa città risale al 1945: all'età di 4 anni, infatti, ci siamo dovuti trasferire a casa di mio nonno, in viale Tibaldi, a causa dello sfollamento: siamo arrivati su un carro trainato da un cavallo. I cancelli mi sembrava che irradiassero luce. Da allora sicuramente Milano è cambiata.

Milano è sempre stata la città delle possibilità, ultimamente però è sempre più respingente nei confronti di alcune categorie. È sempre stato così, è dovuta alla forte crescita economica di questa città?

A me dispiace perché sono un fan di Milano dove c’è sempre stata la tradizione di accogliere. Anni fa, durante un lavoro su Carlo Porta, sono stato aiutato da una persona che è considerata il maggiore esperto al mondo su questa figura. Mi spiegava che il dialetto di Milano, per esempio, si trasforma molto velocemente proprio perché la città ha sempre accolto tantissime persone. Il dialetto milanese si è trasformato molto velocemente proprio perché Milano, da sempre, è stata accogliente con la gente.

Milano evolve velocemente, anche dal punto di vista architettonico. Questa immagine di città moderna e innovativa le piace? Crede che stia perdendo un po' la sua anima? 

Un po’ sì, ma fa parte di qualsiasi processo evolutivo. Mi ha ferito però vederla alcuni giorni fa sommersa dall'acqua: nonostante la falda sia molto vicina, non siamo riusciti negli anni a prevenire disastri simili. Questo mi fa rimanere molto male: Milano deve essere all'avanguardia.

Lei crede che Milano sia diventata insicura?

Da quello che leggo, purtroppo, devo ammettere che è così. Le difficoltà c'erano già diversi anni: quando giravo per i locali, per fare cabaret, ero tutti i giorni a Milano. Mi capitava di incontrare qualche persona poco raccomandabile. Era però raro vedere episodi simili a quelli raccontati ultimamente: sembra che tutti i giorni si picchino, rubino e commettano rapine. Avrei quasi la curiosità di poter andare in Corso Como per vedere cosa succede.

Si sente insicuro a camminare da solo a Milano?

No, non mi sento insicuro. L'altro giorno però mi hanno raccontato che alcuni ragazzi volevano farmi uno scherzo. Stavo uscendo dal garage sotterraneo e con il sole vedevo poco quello che c'era attorno a me. La persona che mi stava aspettando, mi ha detto che quei ragazzi volevano mettermi un bastone tra le gambe. Io nemmeno me ne sono accorto, però non sarebbe stato carino farmi cadere. Noto anche che c'è poca educazione. Sento spesso un linguaggio volgare, anche da ragazze di 15 e vent'anni, non mi sembra proprio bello.

Mancano punti di incontro per ragazzi? Servirebbe fare qualcosa in più?

Credo che sia colpa della mia generazione, perché non abbiamo spiegato ai nostri figli, che adesso sono genitori, cosa si deve spiegare ai loro figli. Vale per tutto, per qualsiasi argomento. Anche per la tutela dell'ambiente. Quando sento dire che la plastica inquina, rispondo sempre che non ho mai visto una bottiglia gettarsi da sola in acqua. Non è la plastica che inquina, ma l’educazione dei maleducati.

Mi hanno detto che il sentiero del viandante (quella che collega Lecco a Lodi necessariamente a piedi) è pieno di carta, ma anche di materiali che non si distruggono. Quando andavo in montagna con il mio papà, nemmeno la carta della caramella gettavo a terra.

E ancora sento di genitori che vanno a protestare anche con i professori e per me è una follia: come fa un figlio a crescere ordinato e ben educato? Una volta mentre ero sotto i portici di piazza Duomo, ho incontrato alcuni ragazzi che volevano un autografo. Mentre prendevano i fogli, alcuni sono caduti a terra. Gli ho chiesto di raccoglierli, ma non hanno voluto. Gli ho così detto che non avrei fatto un autografo a chi non raccoglie i pezzi di carta a terra. Sono andati via, insultandomi. Nel mio piccolo ho provato a far qualcosa.

Cosa pensa invece di alcune misure introdotte dal Comune come l'aumento dei biglietti per l'area C?

Penso che in parte sia giusto, ma anche che si stia esagerando. Sono avverso in maniera gentile all’esagerazione di burocrazia. C’è, per esempio, la nuova misura che prevede che non si potrà parcheggiare sulle strisce blu in centro a Milano per più di due ore: la trovo una vera esagerazione.

Se potesse mandare un messaggio al sindaco Sala, cosa gli direbbe? 

Quando l'ho incontrato, è sempre stato gentilissimo. Spesso però alcune critiche che gli muovono sono giuste. Sì, credo che questa impressione sia vera. Credo che pensi più a difendersi che ad ascoltare i propri cittadini.

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