“Enea, il neonato affidato all’ospedale, tra un mese avrà una famiglia”: la promessa del Tribunale dei Minori
"Ciao, la mamma mi vuole bene ma non mi può seguire. Sono nato in ospedale e sono super sano". Accanto a queste righe, scritte su una lettera, il piccolo Enea, il neonato affidato al Policlinico di Milano nel giorno di Pasqua attraverso la Culla della Vita. Il bebè, tra poco, potrà essere accolto da una nuova famiglia. Ma come funziona la procedura?
I dieci giorni di tempo
"Diverse coppie mi hanno scritto via email per avere informazioni, ed è confortante, ma ad occuparsi della procedura di adozione sarà il Tribunale dei Minori", aveva spiegato il professor Fabio Mosca, direttore del reparto di Neonatologia e Terapia intensiva della clinica milanese Mangiagalli.
"Mamma di Enea, se ci ripensi hai dieci giorni di tempo. Ci sono tante persone che sono pronte, a darti un aiuto per tenere il tuo bambino", il suo appello a Fanpage.it, accolto tra tantissime polemiche.
Come verranno scelti i genitori adottivi di Enea
Cosa succederà, al termine di questi dieci giorni? Enea, al momento, è affidato ai servizi sociali del Policlinico. Poi i giudici ordinari formeranno una rosa di cinque coppie di aspiranti genitori, vagliando oltre 500 domande che ogni anno arrivano da tutta Italia. Spetterà al Tribunale selezionare la coppia più idonea per adottare Enea.
"La procedura si concluderà entro un mese", le parole della presidente del Tribunale dei Minori di Milano Maria Carla Gatto. "Nel caso di Enea, che è un neonato, troveremo certamente una coppia di genitori giovani".
Quando Enea potrà essere adottato
Una volta individuata la coppia il Tribunale dispone l’affidamento preadottivo del minore alla famiglia per un anno. Durante questo periodo il bambino e la famiglia vengono seguiti dai servizi socio-assistenziali: se sorgono difficoltà durante tale periodo il Tribunale può prorogare l’affidamento preadottivo oppure può revocarlo, nei casi più gravi.
Se questo affidamento avrà esito positivo, il Tribunale decreterà finalmente l’adozione e il minore diventerà così figlio legittimo della famiglia adottiva, assumendone il cognome.
L'anonimato della donna
Non verranno attivate, nel frattempo, procedure per riconoscere la donna che ha partorito il neonato affidato alla Culla della Vita. La madre, infatti, ha diritto all'anonimato.
"Siamo molto rispettosi della decisione della mamma, certamente attenti a tutelarne l’anonimato qualora faccia un ripensamento, però offrirle questa disponibilità di aiuto che forse non le è arrivata, o non l’ha potuta cogliere nel momento della difficoltà, non mi sembra una cosa disdicevole", sempre il commento del primario di Neonatologia del Policlinico di Milano Fabio Mosca.