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Emergenza siccità, cosa succede ai grandi fiumi italiani se manca l’acqua

La mancanza di piogge e la poca neve incidono sul livello dell’acqua dei grandi fiumi italiani mettendo a rischio agricoltura ed ecosistema.
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Sotto il ponte della Becca, in provincia di Pavia, il fiume Ticino confluisce nel Po, il fiume italiano con la portata d'acqua più ampia: sotto il ponte però il livello dell'acqua è più basso di 3 metri rispetto allo zero idrometrico.

In una giornata di inizio primavera il panorama dovrebbe essere ben diverso: le piogge e la neve che si scioglie dalle montagne dovrebbero far salire il livello dell'acqua ma a causa della siccità questo non è successo.

"Il grande fiume Po sta diventando come il Ticino"

A fine marzo siamo andati sotto il Ponte della Becca. In una giornata infrasettimanale ci sono alcuni pescatori su una montagnetta di sabbia e terra. Per Davide, un operaio di un'azienda di raccolta rifiuti, "il Po sta diventando come il Ticino e il Ticino sta diventando un torrente".

Mentre pesca alborelle, Davide ci racconta che non piove da tanto e che le storiche piene non ci sono più: "In questa stagione c'è sempre stata tanta acqua, quest'anno non c'è stato niente". L'acqua sulle sponde del Ticino ha lasciato spazio a spiaggia e sabbia.

Cosa significa poca acqua

La mancanza di acqua nei fiumi ha implicazioni su diversi aspetti, da quello agricolo all'equilibro della fauna e della vegetazioni. Il parco del Ticino è un'area protetta, il direttore del parco si chiama Claudia De Paola e lo incontriamo a Magenta nella sede del Parco Lombardo della Valle del Ticino.

"Purtroppo la situazione è veramente negativa – spiega De Paola – consideri che in condizioni normali le derivazioni complessive [l'acqua che serve per soddisfare tutte le necessità] sul fiume Ticino sono circa 200 metri cubi al secondo. Oggi l'intera portata del fiume è a 60 metri cubi al secondo. Quindi, oggettivamente, uno scenario di grande complessità che non sappiamo bene come si riuscirà ad affrontare e quali effetti potrà avere".

Se le condizioni rimarranno queste, sostiene De Paola, i primi effetti negativi si vedranno sull'imminente stagione irrigua perché non ci sarà acqua a sufficienza per tutti.

Ripensare i nostri comportamenti

I problemi del Ticino e del fiume Po vanno visti in un contesto più ampio.

"In questo momento siamo attenti al problema dell'acqua che manca – continua De Paola – ma non siamo attenti al fatto che i cambiamenti climatici siano legati alle nostre responsabilità, Quindi in qualche modo è necessario modificare i nostri comportamenti, ridurre le emissioni, favorire quanto più possibile rimboschimenti ed ogni altra forma di assorbimento di CO2 per cercare di riportare in equilibrio il pianeta nel suo complesso", per salvare non solo l'ecosistema del Ticino e del Po, ma dell'intero pianeta.

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