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Elezioni comunali Milano 2021

Elezioni Milano, sei giorni al voto: rebus affluenza, nel 2016 fu del 54,7 per cento

Mancano sei giorni alle elezioni comunali a Milano. Mentre i 13 candidati sindaco fanno gli ultimi appelli agli elettori, gli analisti si interrogano su quale sarà l’affluenza. Il dato di riferimento è quello delle amministrative del 2016: allora votò il 54,7 per cento degli elettori al primo turno e il 51,8 al ballottaggio.
A cura di Francesco Loiacono
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Milano torna al voto per eleggere sindaco, Consiglio comunale e presidenti e consiglieri dei nove Municipi (qui nel dettaglio come si vota). Domenica 3 e lunedì 4 ottobre 2021 oltre un milione di cittadini dovranno scegliere tra i 13 candidati sindaco: l'uscente Beppe Sala e poi Natale Azzaretto (Partito comunista dei lavoratori), Luca Bernardo (centrodestra), Bryant Biavaschi (Milano inizia qui), Teodosio De Bonis (Movimento 3V), Mauro Festa (Partito gay), Giorgio Goggi (Socialisti per Milano), Gabriele Mariani (Milano in Comune e Civica Ambientalista), Marco Muggiani (Partito comunista italiano), Gianluigi Paragone (Italexit), Layla Pavone (Movimento Cinque Stelle), Alessandro Pascale (Partito Comunista), e Bianca Tedone (Potere al Popolo).

Gli ultimi appelli per convincere gli indecisi

In questi ultimi giorni i candidati stanno lanciando i loro ultimi appelli agli elettori – Beppe Sala ha invitato gli elettori di centrodestra a utilizzare il voto disgiunto, provocando le reazioni polemiche della coalizione avversaria -, per cercare di convincere gli indecisi. Proprio l'affluenza potrebbe costituire l'ago della bilancia, influenzando i risultati delle urne. Si parte dal dato delle ultime amministrative, il 5 giugno del 2016 (primo turno). Allora si recò a votare il 54,65 per cento degli aventi diritto, mentre al successivo ballottaggio votò il 51,8 per cento dei milanesi. Il risultato è noto: a prevalere sia al primo turno sia al ballottaggio fu Beppe Sala, che ottenne rispettivamente il 41,7 e il 51,7 per cento dei voti, superando di poco il diretto rivale Stefano Parisi (che al primo turno ottenne il 40,7 e al ballottaggio si fermò al 48,3 per cento).

A chi potrebbe giovare un'affluenza più bassa

Quale sarà l'affluenza alla prossima tornata elettorale? A giudicare dalla temperatura non proprio bollente di questa campagna elettorale, con poche scintille e sondaggi a senso unico, l'affluenza potrebbe ulteriormente calare. Già nel 2016, rispetto al 2011 i votanti si erano notevolmente ridotti: al primo turno delle Comunali del 2011 era infatti andato a votare il 67,6 per cento degli aventi diritto. Come potrebbe influire il dato sull'affluenza? Non se ne parla molto apertamente, anche se a far emergere i rumors alcuni giorni fa è stato lo stesso sindaco uscente Beppe Sala, in un evento al Palazzo delle Stelline: Sala aveva infatti invitato i suoi sostenitori a "portare a votare tutti", senza fare calcoli su possibili vantaggi derivanti da un'affluenza più bassa. "La gente deve andare a votare – aveva detto Sala – deve esercitare il suo diritto e il suo dovere in un momento come questo". Al contrario, dunque, il voto di qualche indeciso o disaffezionato alla politica potrebbe andare a vantaggio del principale sfidante di Sala, il primario di Pediatria Luca Bernardo: ma si potrebbe trattare di un "voto di protesta" generico che finirebbe naturalmente col colpire l'amministrazione uscente, e quindi la giunta Sala, a favore di qualche candidato anti-sistema come ad esempio Gianluigi Paragone. Come andrà a finire? Mancano solo pochi giorni e lo scopriremo.

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