Elezioni Milano, programmi a confronto: cosa propongono i candidati sulle periferie
Mancano ormai pochi giorni alle elezioni, che si svolgeranno a Milano il 3 e 4 ottobre, e che stabiliranno chi sarà il nuovo sindaco del capoluogo lombardo. Tante le questioni sul piatto, dalla mobilità alla questione aperta sullo Stadio San Siro, ma quale posizione hanno i candidati in merito alle periferie? Quali sono i piani d'intervento che propongono? Proviamo a raccogliere i programmi dei principali candidati sindaco di Milano.
Beppe Sala
L'attuale sindaco di Milano e volto per il centrosinistra Giuseppe Sala, in campagna elettorale ha portato come esempio quello di via Padova, per sottolineare un esempio virtuoso di quanto fatto dalla sua giunta nelle periferie della città: "via Padova è una zona che è cambiata, c’è ancora da fare certamente però abbiamo lavorato dagli impianti sportivi alla vivibilità della zona, al recupero di parchi e aree dismesse. Quindi considero quello di via Padova un esempio abbastanza virtuoso". Non si è sottratto poi nemmeno alle zone in cui "si potrebbe fare di più", come ad esempio in Selinunte dove "abbiamo fatto di meno – aveva dichiarato poche settimane fa – non ci sono ricette magiche ma c’è la volontà di mettere apposto un tassello alla volta e poi il tema dell’ascolto è fondamentale”. A un evento con i giovani del Pd aveva detto: "Non ho dubbi – conclude – che questa amministrazione si sia attrezzata per privilegiare l’investimento pubblico sulle periferie. Milano tra cinque anni sarà ancora meglio di adesso". Nel suo programma Sala ha precisato che "Garantiremo maggior sicurezza grazie al rafforzamento della polizia locale – si legge sul sito ufficiale – Continueremo il processo di rigenerazione urbana dei quartieri basato su cultura, formazione universitaria, verde, socialità e accessibilità. Il recupero di 7 ex scali ferroviari ricucirà il centro con la periferia: ospiteranno il Villaggio Olimpico, l’Accademia di Brera e 7 nuovi parchi".
Luca Bernardo
Nel suo discorso di chiusura della campagna elettorale con la Lega e Matteo Salvini sul palco, il volto del centrodestra, Luca Bernardo, dal quartiere periferico di Niguarda, ha ribadito che nel suo programma le periferie verranno trattate come tutti gli altri quartieri, perché "sono cittadini come tutti gli altri". Al centro di gran parte dei suoi discorsi c'è la sicurezza e la battaglia contro il degrado, e proprio in questo senso non è mancata una stoccata la suo avversario, il sindaco uscente e volto del centrosinistra Beppe Sala per il quale, secondo Bernardo, "le periferie sono state solo un pensiero fuggevole, uno spot da campagna elettorale". Nel suo programma elettorale scrive: "La Milano che abbiamo in mente è sicura anche da un punto di vista sociale, sanitario, alimentare, del lavoro e sul lavoro, capace di esaltare le eccellenze ma allo stesso tempo di non abbandonare chi è in difficoltà" facendo poi un passaggio sulle case popolari: "Nessuna occupazione abusiva può essere tollerata e allo scopo saranno presi tutti i provvedimenti del caso, senza gli attuali cavilli burocratici e gli infiniti tempi tecnici".
Layla Pavone
La candidata del Movimento Cinque Stelle Layla Pavone, in un'intervista a Fanpage.it aveva sottolineato "le periferie sono state un po' snobbate". Milano non è solo il centro, alcuni quartieri centrali sono molto belli ma Milano è fatta anche da quartieri che non sono Porta Garibaldi e City Life. Siamo un milione e mezzo di cittadini e non tutti vivono in centro, molti vivono nelle periferie e in molte di queste c'è un grande livello di degrado. Lì vivono le fasce più deboli. Gli anziani e i disabili sono persone che sono state quasi dimenticate in questo anno e mezzo, che hanno sofferto anche la mancanza di una relazione diretta con i medici e il mondo dell'assistenza in generale, questo è un tema che mi sta molto a cuore". "Occorrerà promuovere la collaborazione tra tutte le parti sociali delle comunità urbane affinché nessuno sia lasciato indietro e diventi parte integrante del metabolismo urbano – si legge poi nel testo del suo programma – Dalla tutela dei gruppi sociali più vulnerabili (bambini, anziani, persone con disabilità), quelle a rischio discriminazione di genere, i senza dimora e i rifugiati. Determinante sarà il contributo della scuola con le categorie degli insegnanti e degli studenti. Occorre affiancare alle conoscenze scientifiche di tipo accademico quelle provenienti dal basso, dalle comunità dei cittadini (citizen science)".
Giorgio Goggi
Per il candidato sindaco dei socialisti Giorgio Goggi, il rischio più grande che sta correndo Milano, e la maggiore critica che rivolge alla giunta Sala è quella di portare la città ad essere "una realtà staccata dalla sua area urbana, che cresce da sola e non con i 5 milioni di abitanti che le stanno intorno, che sono quelli che la rendono ricca". Un problema per le periferie quindi che però potrebbe rendere la città "poco inclusiva, a dispetto di quello che invece è sempre stata – ha aggiunto in un'intervista a Fanpage.it – Diventerebbe una città che sfrutta le sue risorse a vantaggio di pochi". Servono, secondo Goggi, degli interventi per la sicurezza, contro il degrado nelle zone periferiche: "Alla giunta Sala dico inoltre che la città non viene amministrata: i vigili non esistono, la movida è incontrollata, alle lettere dei cittadini non si risponde mai, non c’è una pulizia della città, e in una città come Milano non è mai successo e non deve succedere" ha concluso.