Elezioni Milano 2021, Sala: “Incorruttibile”. Paragone attacca Bernardo: “Si è già arreso”
Mancano solo quattro giorni alle elezioni amministrative a Milano: le consultazioni si svolgeranno infatti il 3 e 4 ottobre. A sfidarsi saranno il candidato per il centro-sinistra, nonché sindaco uscente, Beppe Sala, la candidata del Movimento 5 Stelle Layla Pavone, il candidato di ItalExit Gianluigi Paragone e il candidato per il centro destra Luca Bernardo. Nella giornata di oggi, mercoledì 29 settembre, si è svolto un confronto tra i candidati – moderato dal direttore del quotidiano "La Repubblica", Maurizio Molinari – che però ha visto l'assenza di Bernardo: il medico ha infatti rifiutato l'invito.
Il confronto a metà tra i candidati
Quello di oggi è stato un confronto a metà. A commentare la mancata presenza di Bernardo è stato Gianluigi Paragone: "Non posso non segnalare l'assenza di un candidato che probabilmente si è già arreso. Bernardo ha paura di uscire e stuzzicare Sala e questo è un problema del centro-destra. Credo che Salvini non voglia creare una leadership forte a Milano per non essere oscurato". Paragone ha poi proseguito dicendo: "Mi spiace che Sala non possa avere un competitor del centro-destra forte. Si troverà quindi me".
Paragone: L'anima di Milano è un'anima popolare
I candidati si sono confrontati su temi quali: il green, la gestione delle periferie, della sicurezza, dell'abbattimento dello stadio San Siro e anche delle Olimpiadi Invernali del 2026. A volere una città "popolare" è soprattutto Gianluigi Paragone: "L'anima di Milano è un'anima popolare. In alcune aree di Milano, per esempio Piazzale Segesta, ho trovato una serie di immobili in cui viene meno la dignità del cittadino. Quell'immagine va a sbattere contro quella della ‘Milano bene'. Se perdiamo di vista quel mondo che non è tanto periferico, abbiamo perso di vista Milano".
Il volto di ItalExit ha toccato il tema della sicurezza facendo in particolare riferimento alla situazione di Piazza Mercanti: "È diventato una specie di ring per le risse. Quella parte centrale non è più così sicura come si pensava. Rischia di essere costante scenario di violenza, tafferugli e regolamenti di conto. Dobbiamo decidere se questo spazio centrale di Milano deve essere tutelato e protetto in modo tale che le famiglie possano sentirsi sicuri e non assistere a risse. Le forze dell'ordine devono avere possibilità di essere fermi nel mantenimento della sicurezza".
Paragone è poi tornato sulla questione green pass: "Questo dovrà passare attraverso i tamponi gratis che dovranno fare anche i vaccinati. Il green pass è una modalità vigliacca con cui il governo sta spingendo verso la vaccinazione. Io mi auguro che un giudice del lavoro ponga fine a questa discriminazione nei confronti dei lavoratori".
Pavone: Non accantoneremo il reddito di cittadinanza
Sul tema delle periferie è intervenuta anche Layla Pavone che, qualora dovesse diventare sindaca, punterà all'uso dell'intelligenza artificiale: "Milano è molto bella centro e poco nelle periferie. C'è poca pulizia in questa città e soprattutto in alcuni quartieri. La nostra è una città che non ha cestini, ce ne sono pochissimi: vogliamo penalizzare i cittadini togliendo i cestini o vogliamo fare una raccolta differenziata usando l'intelligenza artificiale?". Pavone ricorda anche la centralità della sensibilizzazione dei cittadini: "Non è tutta colpa dell'amministrazione, molto spesso i cittadini sono inconsapevoli e quindi la comunicazione è un tema fondamentale". La candidata Pavone ha poi ribadito che non sarà accantonato il reddito di cittadinanza: "Se ci sono dei correttivi da fare, li faremo. È un anno che se ne sta parlando. Bisognerà lavorare sulle politiche attive, dobbiamo occuparci anche della fascia più debole della popolazione".
Sala: Ancora molto da fare, prossimi cinque anni saranno decisivi
Un tema che si aggancia a quello della vivibilità della città, è sicuramente quello del costo delle case: "In ogni iniziativa immobiliare nuova cerchiamo – spiega il sindaco Sala – sempre di far sì che una parte venga convenzionata. Il villaggio olimpico, per esempio, diventerà residenza per universitari. È chiaro che molto spesso si tratta di una trattativa tra privato e privato. Io non sono qui che posso dire possiamo fare tutto, ma è un tema e le nostre politiche vanno in queste direzione". Il sindaco uscente Sala ha ricordato come ci sia ancora molto da fare e come i cinque anni saranno decisivi per offrire un cambio di passo alla città: "Dobbiamo sfruttare i fondi previsti nel Pnrr del Governo. Dobbiamo prepararci alle Olimpiadi 2026 e credo che serva un sindaco che abbia delle caratteristiche che io penso di avere: sono competente, sento di avere la giusta indipendenza dei partiti, mi sento incorruttibile, ho una grande voglia e volontà".
Sala non si è sbottonato sui nomi che comporranno la sua squadra: "Li ho, ma non li dico. E relativamente al ringiovanimento, per me questo non è uno slogan. Il cambiamento non nasce da altre considerazioni se non guardando a quello che sta succedendo nel mondo. Per esempio, il trend ambientale sta investendo tutto il mondo. Ieri, durante l'apertura dello Youth4Climate, Greta Thunberg si è rivolta agli uditori, che erano duecento giovani selezionati da tutti il mondo, e ha chiesto: "Cosa pensate quando sentite parlare di cambiamento climatico? Io a nuovi lavori". La questione ecologista non è da subire. Noi possiamo cambiare il mondo e trovare nuovi lavori".
I candidati a confronto
Al termine del confronto, tutti e tre i candidati hanno spiegato perché i milanesi dovrebbero scegliere loro come prossima guida della città: "Io penso di avere un progetto serio – ha detto Sala. Sono più uno che fa le cose, piuttosto che fa polemiche. I milanesi sanno le mie caratteristiche, credo di essere onesto, incorruttibile. Un sindaco molto spesso si trova da solo: saper essere autonomo e indipendente, è importante. Non sono una sorpresa per i milanesi. Io sono qua anche per cambiare, per tenere conto dei nuovi bisogni della città. Ho 63 anni. Non ho bisogno di altre medaglie. Non lo faccio per ambizione, lo faccio per amore della mia città".
Paragone ha ricalcato la sua idea di una città popolare: "La Milano che vi proponiamo non si divide tra chi ha il green pass e chi no, tra parcheggi blu e bianchi, tra area C o meno. La Milano che vi proponiamo è meno attenta ai fondi speculativi, è più attenta alla ristorazione che è stata divorata dal delivery. La Milano che vi proponiamo sa declinare la sicurezza con fermezza. La Milano che vi proponiamo è una Milano dove le bancarelle dei mercati sono più importanti dei mercati finanziari. Vogliamo restituire a Milano una Milano popolare".
Infine la candidata Pavone ritiene di essere una valida alternativa ai principali contendenti: "Io penso che Milano debba essere inclusiva, fare sistema con tutti quegli attori che lamentano di non essere stati coinvolti. Siamo in una fase di cambiamento epocale. Il sindaco da solo non può prendere decisione, ma deve essere una direttrice d'orchestra che mette intorno a un tavolo permanente tutti gli stakeholder della città".