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Elezioni politiche 2022

Elezioni 2022, stop alla lista di Marco Cappato: “La partecipazione democratica viene scoraggiata”

La lista di Marco Cappato “Referendum e Democrazia” è stata ufficialmente esclusa dalla competizione elettorale. L’intervista a Fanpage.it del tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni: “Subito una piattaforma pubblica e digitale di partecipazione”
A cura di Francesca Del Boca
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"Ci vuole un bel coraggio". Lo scrive su Twitter Marco Cappato, tesoriere dell'associazione Luca Coscioni oggi ufficialmente tagliato fuori dalla competizione elettorale: l'ufficio elettorale della Cassazione, convalidando quanto stabilito dalla Corte d'Appello di Milano, ha infatti confermato l’esclusione della lista presentata da Marco Cappato in Lombardia per le elezioni politiche del 25 settembre 2022. 

La motivazione? Il deposito delle firme digitali non è previsto dalle normative. Firme non cartacee e dunque non valide. In più, secondo i giudici, anche depositate oltre i termini. Così è arrivata la dichiarazione di invalidità della lista "Referendum e Democrazia". "Eppure ci sono regolamenti europei che impongono l'accettazione della firma digitale", ha detto a Fanpage.it.

Perché ha scritto che "ci vuole un bel coraggio"?

Una buona parte di coloro che storcono il naso e si scandalizzano davanti alla mancata partecipazione politica non si rendono conto di contribuire in prima persona a questo fenomeno. A produrre loro stessi questa disaffezione negli elettori. È ormai assodato infattche l'astensionismo non riguarda solamente le persone poco informate, ma anche quelle che ci tengono alla politica e non riescono a trovare nell'offerta attuale la capacità di collegarsi a loro.

E questo come mai?

Perché la partecipazione democratica, la rappresentatività è scoraggiata. Pensiamo alla legge elettorale attuale, strutturata in modo che l'elettore non possa scegliere davvero. Alle leggi di iniziativa popolare che decadono, e non vengono discusse in Parlamento.

Come si può incentivare questa partecipazione, allora?

La rivoluzione tecnologica ci consente enormi possibilità. Il Governo promette da un anno la creazione di una piattaforma digitale alla portata di tutti. Si trovano i soldi per qualsiasi cosa ma, come sempre, non si trovano per i diritti civili… così, per il momento, nulla per investire nella partecipazione democratica è stato fatto.

Ha parlato di "discriminazione". 

Doppia discriminazione. Una nei confronti di chi è fuori dal Parlamento, l'altra verso i cittadini. E per la precisione, alcune categorie di cittadini ai quali è fatto evidentemente divieto di firma: disabili, fuori sede, cittadini all'estero… a Ferragosto, persino cittadini in vacanza.

E adesso che succede?

Ci sono regolamenti europei che impongono l'accettazione della firma digitale. Quindi ci prepariamo ad andare davanti a un giudice ordinario, con provvedimento d'urgenza, e poi alla Corte di giustizia europea. La corte di Cassazione si è limitata a un ruolo notarile: quella a cui ha fatto riferimento è una legge del 1957. Noi, invece, chiedevamo l'ammissione in base ai principi generali costituzionali di diritto europeo.

Un'altra battaglia.

Andremo avanti affinché per le prossime elezioni il principio sia stabilito. E continueremo a chiedere al Governo il varo di una piattaforma pubblica di partecipazione, che ha promesso da un anno senza ancora mantenere la parola data.

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