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Eitan rapito dal nonno: “Sta bene”. Ma lo zio: “Trattato come un prigioniero di Hamas”

“Eitan sta bene”. “Non è vero, è trattato come un prigioniero israeliano di Hamas”. Questo il botta e risposta tra le famiglie israeliana e italiana di Eitan, il bambino di 6 anni sopravvissuto alla tragedia del Mottarone rapito dal nonno, ora indagato insieme alla ex moglie per sequestro di persona aggravato, e portato in Israele.
A cura di Filippo M. Capra
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Il piccolo Eitan, unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone, è stato rapito dal nonno e portato in Israele. Di lui, ora, si sa molto poco ma fonti vicine alla famiglia materna del piccolo, consultate dall'Ansa, hanno fatto sapere che "sta bene". Non ci crede, invece, lo zio paterno che ha tuonato dicendo come "la famiglia Peleg (del nonno, ndr) trattiene Eitan come i soldati dell'esercito israeliano sono tenuti prigionieri nelle carceri di Hamas".

Indagata per sequestro di persona aggravato anche la nonna di Eitan

Nel frattempo si allunga la lista degli iscritti al registro degli indagati della Procura di Pavia che indaga per sequestro di persona aggravato. Dopo il nonno, Shmuel Peleg, 58enne, anche la ex moglie e nonna di Eitan è indagata per la stessa ipotesi di reato. Il 58enne ha portato il bimbo in Israele senza avvisare nessuno, prendendo un volo privato dalla Svizzera. I coniugi hanno violato il divieto di espatrio del piccolo sopravvissuto che la Procura di Pavia aveva affidato alla zia paterna, residente nel capoluogo di provincia lombardo. Gli investigatori stanno continuando a indagare per capire se il nonno possa essersi appoggiato ad altri complici mentre un'ipotesi conduce ad un aiuto esterno da parte dei servizi segreti israeliani. Quest'ultima pista è nata sulla base che in passo il nonno è stato per molto tempo nell'esercito, ma deve trovare un seguito tangibile.

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L'avvocato della famiglia materna a Fanpage: Al lavoro per trovare accordo

Paolo Sevesi, legale tra gli altri della famiglia materna di Eitan, ha spiegato a Fanpage.it che "puntiamo ad arrivare a un accordo tra le due famiglie per placare tutte le ostilità". Stando a quanto comunicato dallo stesso avvocato, "il bambino ora si trova in un ospedale di Tel Aviv e non è stato privato della libertà personale". Sulla vicenda si è poi espresso anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio che ha fatto sapere come "stiamo facendo accertamenti sull'accaduto e siamo pronti a intervenire".

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