Eitan non può ancora tornare in Italia, la Corte Suprema di Israele sospende la sentenza di rimpatrio
Eitan non può ancora tornare in Italia. Il bambino di sei anni sopravvissuto alla tragedia del Mottarone e rapito dal nonno Schmuel Peleg che l'ha portato di nascosto in Israele, dovrà restare nel Paese perché la Suprema Corte di Israele ha sospeso l'esecutività della sentenza del tribunale di Tel Aviv. Questo, aveva stabilito che Eitan dovesse tornare a Pavia insieme alla zia paterna, nonché sua tutrice, Aya Biran. La decisione della Suprema Corte è arrivata dopo il ricorso del nonno del piccolo alla sentenza del tribunale.
Si allungano i tempi per il rimpatrio di Eitan
Come riportato dall'Ansa, i legali di Peleg, ex militare ora in pensione, si sono detti fiduciosi che "la Corte affronti questo caso senza precedenti e che disponga" la permanenza di Eitan in Israele. Secondo gli avvocati della famiglia materna del piccolo, questo è sempre stato il desiderio dei suoi genitori. Ora, i legali della famiglia paterna hanno tempo fino al prossimo 21 novembre per depositare una memoria, mentre due giorni dopo scade il tempo a disposizione degli avvocati della famiglia materna per presentare eventuali repliche. La Corte Suprema di Israele, una volta ricevuti e analizzati i documenti, deciderà come procedere. Intanto, il piccolo resta bloccato a Tel Aviv e i tempi per un suo rientro a casa si allungano. Sul nonno di Eitan, e sull'autista che l'ha aiutato a portare via il piccolo, pende un mandato di cattura internazionale firmato dal giudice per le indagini preliminari di Pavia Pasquale Villano. Stamattina, i legali di Schmuel Peleg, hanno chiarito al Tribunale del Riesame di Milano che, secondo loro, il gesto dell'assistito non può configurarsi come rapimento perché Eitan non si è opposto al viaggio in Israele. La decisione del Riesame è attesa per lunedì prossimo. Intanto il piccolo deve restare a Tel Aviv e può vedere i parenti della famiglia materna solo sotto supervisione.