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Caso Eitan: il bimbo portato dal nonno in Israele

Eitan, la zia paterna non lo riporta dal nonno che lo aveva rapito e lui la denuncia

Ieri il tribunale di Tel Aviv ha deciso che Eitan, il piccolo di sette anni sopravvissuto alla tragedia del Mottarone, deve ritornare in Italia insieme alla zia paterna. Il bambino era stato rapito dal nonno e portato in Israele a inizio settembre. Dalla sentenza del giudice, i nonni materni avranno sette giorni di tempo per presentare ricorso: periodo in cui il piccolo non può spostarsi da Israele. Adesso sembrerebbe che la zia non abbia riportato il piccolo a casa del nonno e che lui abbia quindi deciso di denunciarla.
A cura di Ilaria Quattrone
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È ancora scontro tra i nonni materni e gli zii paterni del piccolo Eitan, il bambino di sette anni unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone dove morirono i suoi genitori, il fratellino e i nonni paterni. Ieri, lunedì 25 ottobre, il tribunale per la famiglia di Tel Aviv ha stabilito che il piccolo deve tornare in Italia con la zia paterna. Aya Biran, subito dopo la tragedia, era stata infatti riconosciuta come tutrice legale dal Tribunale di Pavia. Una decisione che non aveva trovato il consenso di Shmuel ed Etty Peleg, i nonni materni.

La vicenda giudiziaria

Entrambi sono attualmente indagati per sequestro di persona dopo che, a inizio settembre, Shmuel Peleg aveva prelevato il nipote dalla casa della zia paterna, lo aveva caricato su un aereo e fatto arrivare in Israele. La zia paterna, per questa azione, aveva deciso di ricorrere al tribunale israeliano appellandosi alla Convenzione dell'Aja sui minori. Da qui la decisione del giudice israeliano. Decisione che ha lasciato amareggiati i nonni materni, i quali hanno affermato di essere pronti a fare ricorso: "La famiglia è determinata a continuare la battaglia in ogni modo possibile nell'interesse di Eitan, il suo benessere e il diritto a crescere in Israele", aveva detto ieri il portavoce della famiglia Peleg, Gadi Solomon.

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La denuncia del nonno materno

Secondo alcune fonti legali da ieri sono scattati i sette giorni necessari per presentare ricorso. Tempo durante il quale Eitan è costretto a rimanere in Israele. Adesso sembrerebbe che la zia paterna non abbia riportato il piccolo a casa del nonno materno. Scelta che avrebbe portato Peleg a denunciare la donna. La zia avrebbe detto al tribunale israeliano di non averlo riportato perché nella sentenza di ieri non è stato disciplinato l'alternanza di visita tra le due famiglie come precedentemente aveva stabilito il giudice. Inoltre avrebbe anche affermato di non fidarsi dei nonni materni. Si aggiunge quindi un ulteriore tassello a una vicenda che giorno dopo giorno diventa sempre più complessa.

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