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Caso Eitan: il bimbo portato dal nonno in Israele

Eitan, i legali della zia paterna: “Chiederemo restituzione immediata”. Prima udienza il 29 settembre

“Chiederemo la restituzione immediata”: a dirlo sono gli avvocati in Israele degli zii paterni di Eitan, il piccolo sopravvissuto alla tragedia del Mottarone e portato via da Pavia la scorsa domenica dal nonno materno, che li rappresenteranno durante l’udienza del 29 settembre a Tel Aviv. Qui si discuterà circa l’affidamento del piccolo.
A cura di Ilaria Quattrone
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"Chiederemo l'immediata restituzione di Eitan": a dirlo è Shmuel Moran, l'avvocato in Israele di Aya Biran, zia paterna del piccolo – unico sopravvissuto alla strage del Mottarone – che domenica scorsa è stato portato via da Pavia dal nonno materno e messo su un aereo privato in Svizzera diretto in Israele. La richiesta sarà avanzata durante l'udienza del 29 settembre che si terrà al tribunale di Tel Aviv. Il processo stabilirà se il piccolo debba tornare in Italia. Secondo gli zii paterni, la decisione sull'affidamento dovrebbe spettare al Tribunale italiano: "perché il centro della sua vita è qui. Parla molto meglio l'italiano dell'ebraico e i suoi ricordi dei Israele sono quelli relativi alle vacanze"

Il colloquio telefonico tra Eitan e gli zii

Quanto avvenuto sabato scorso è, secondo l'avvocato della famiglia paterna: "Un sequestro, un rapimento dall'Italia contro le decisioni del tribunale italiano. Il bambino deve essere restituito all'Italia il prima possibile". Oggi gli zii hanno avuto la possibilità di sentire Eitan durante un colloquio telefonico. Lo zio paterno ha detto ai giornalisti che presto andranno in Israele e cercheranno di riportarlo a casa: "Non vi do la data".

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Avvocato di Peleg: Gli hanno chiesto di non lasciare Israele

Schmulik Peleg, indagato per sequestro di persona aggravato, al momento si trova in casa sua vicino Tel Aviv. Ieri è stato a lungo interrogato dalle forze speciali che gli hanno chiesto di non lasciare il Paese. Non è quindi chiaro se sia stato sottoposto agli arresti domiciliari o a un obbligo di dimora: "A me non risultano i domiciliari, ma solo di non lasciare Israele", ha spiegato l'avvocato a Fanpage.it. L'uomo avrebbe comunque risposto a tutte le domande delle forze dell'ordine israeliane. Alcuni giornalisti si sarebbero recati fuori dal suo pianerottolo, ma lui avrebbe risposto dicendo: "Andate via, o chiamo la polizia".

Il viaggio in Israele

Anche la nonna materna, ex moglie di Peleg, è indagata con la stessa accusa. Per gli inquirenti italiani avrebbe infatti aiutato l'uomo a portare il piccolo in Israele. Per gli zii poi ci sarebbero diversi complici che hanno aiutato i nonni a portare via il piccolo: "Non potevano farlo da soli". Gli zii al momento dicono di non sapere dove si trovi il piccolo. Nelle ultime ore era trapelata la notizia che si trovasse a casa del nonno materno. E probabilmente per questo è stato organizzato il viaggio.

Ministero Esteri: Chiediamo massima collaborazione a governo israeliano

Intanto il ministero degli Esteri italiano ha fatto sapere, in una nota verbale inviata nei giorni scorsi all'ambasciata israeliana, di aver chiesto "la massima collaborazione di Israele per una soluzione concordata della vicenda, nell'interesse superiore del minore". Già nei giorni precedenti proprio il ministro Luigi Di Maio aveva precisato di star monitorando la vicenda e di stare facendo tutti gli accertamenti del caso.

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