“È stata sequestrata dall’ex fidanzato”: l’allarme della madre che salva la figlia 22enne
Avrebbe sequestrato l'ex fidanzata in casa, ma lei – in un momento di distrazione del giovane – sarebbe riuscita a chiamare la madre per chiederle aiuto e consentire l'intervento delle forze dell'ordine. Nella serata di sabato 27 marzo a Como, una ragazza è stata salvata e liberata da un giovane e portata poi in ospedale dove è stata dimessa con una prognosi di dieci giorni.
La ragazza trovata nella stanza dell'ex con un labbro gonfio
Intorno alle 22 di sabato infatti una pattuglia della polizia locale, che era in zona Lazzago, è stata avvicinata da una donna. La signora ha raccontato di essere al telefono con la figlia che sosteneva di essere tenuta in ostaggio dal suo ex fidanzato in un appartamento di piazza Carmerlata. Giunti sul posto, gli agenti hanno bussato alla porta e hanno trovato all'interno dell'abitazione i due giovani. Stando a quanto ricostruito dalle forze dell'ordine, il 22enne era sotto effetto di sostanze stupefacenti mentre la ragazza era chiusa in camera da letto seminuda, in stato confusionale e molto agitata. Inoltre avrebbe avuto un labbro gonfio, un livido sul collo e diversi graffi. Gli agenti hanno quindi contattato il 118 che è giunto sul posto con un'ambulanza. Il personale l'ha portata al pronto soccorso dove ha ricevuto le prime cure ed è stata dimessa con una prognosi di dieci giorni.
La relazione interrotta dalla giovane
La relazione tra i due, in base a quanto riportato dal quotidiano "Il Giorno", sarebbe stata interrotta dalla ragazza che non sopportava più le scenate di gelosia e gli atteggiamenti violenti del fidanzato. Il giovane però non avrebbe accettato questa sua decisione e le avrebbe dato appuntamento in casa con la scusa di doverle restituire un oggetto. Al momento il ragazzo è stato denunciato per il possesso delle sostanze stupefacenti trovate in casa, toccherà poi al procuratore Massimo Astori – che coordina le indagini – ascoltare la ragazza, analizzare le relazioni dei medici e verificare la compatibilità delle ferite con un'eventuale aggressione.