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È scappato Giacomo Bozzoli dopo la condanna all’ergastolo per aver ucciso lo zio: i carabinieri non lo trovano in casa

Nell’ottobre del 2015 il 40enne ha ucciso e fatto a pezzi lo zio Mario Bozzoli all’interno della fonderia di famiglia a Marcheno (Brescia), gettandolo nel forno con l’aiuto di alcuni operai. Dopo la lettura della sentenza i carabinieri sono andati a prelevarlo in casa, senza trovare nessuno.
A cura di Francesca Del Boca
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I carabinieri si sono precipitati a casa a prelevarlo, ma lui non c'è. È scomparso nel nulla dopo la lettura della sentenza che lo condanna definitivamente all'ergastolo Giacomo Bozzoli, residente sulla sponda bresciana del lago di Garda: come sostenuto dalla Corte d'assise di Brescia, e poi confermato dalla Corte d'Assise d'appello e ora dalla Cassazione, nell'ottobre del 2015 il 40enne avrebbe ucciso e fatto a pezzi lo zio Mario Bozzoli all'interno della fonderia di famiglia a Marcheno (Brescia), gettandolo nel forno con l'aiuto di alcuni operai. Gli uffici della Procura di Brescia, così, hanno già ricevuto l'estratto della sentenza della Cassazione per poter emettere l'ordine di carcerazione. Ma il condannato, rimasto libero per nove anni, è al momento sparito.

Giacomo Bozzoli è scappato

Nella giornata di oggi, lunedì 1 luglio, è stato letto il dispositivo della sentenza di condanna nei confronti di Giacomo Bozzoli, 40enne accusato dell'omicidio dello zio Mario, l'imprenditore di Marcheno, paesino in provincia di Brescia. La Corte di Cassazione ha condannato l'imputato alla pena dell'ergastolo, dopo nove anni durante i quali è stato in libertà in attesa di giudizio, così come prevede il nostro ordinamento giudiziario.

Non appena la condanna, definitiva essendo in terzo grado di giudizio, è stata pronunciata, immediatamente i carabinieri si sono attivati per andare ad arrestare il condannato presso la sua abitazione sul Lago di Garda. Arrivati a destinazione, però, i militari non hanno trovato più nessuno: l'uomo è scappato, si è reso irripetibile come si dice in gergo giuridico. Subito è stato attivato il piano nazionale per le ricerche, ma Bozzoli ha avito ben nove anni per organizzare la fuga.

L'omicidio dello zio Mario Bazzoli

I fatti per cui oggi, dopo nove anni, è stato condannato Giacomo Bozzoli risalgono all'8 ottobre del 2015. Quel giorno Mario, zio dell'imputato e titolare della fonderia di famiglia, era scomparso nel nulle. Intorno alle 20 avevo telefonato alla moglie per dirle che avrebbe tardato il rientro a casa e poi non ha fatto sapere più nulla di sé. Intanto il forno dell'azienda, intorno alle 22, va in blocco a causa di un'anomale fumata. I figli di Mario, avvisati dalla madre che era preoccupata perché non vedeva il marito tornare a casa, sono andati in azienda e non l'hanno trovato.

Immediatamente sono intervenuti sul posto i carabinieri, che hanno avviato una lunga indagine. Hanno ricostruiti i dissidi fra la vittima e il nipote, ma soprattutto i movimenti di quest'ultimo la sera dell'omicidio. E alla fine sono arrivati a dimostrare la sua responsabilità nell'omicidio dello zio. Responsabilità che ora è stata confermata anche dalla Cassazione, ma che Giacomo Bozzoli rischia di non assumersi, visto che si è dato alla fuga.

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