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È ricercato per duplice omicidio, ma va in questura per chiedere asilo politico e viene arrestato

Un uomo di 34 anni, accusato di aver ucciso due colleghi in Grecia, è stato arrestato dalla Polizia. Si era recato in questura per chiedere il riconoscimento della protezione internazionale.
A cura di Fabio Pellaco
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Immagine di repertorio
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Pensava di averla fatta franca, dopo essere fuggito in Italia in seguito a un omicidio. Era così fiducioso di non essere rintracciato dalla Polizia da avanzare la richiesta di protezione internazionale negli uffici della Questura di Asti, ma proprio quel passo falso gli è costato caro.

È accusato di aver ucciso due colleghi in Grecia

Un 34enne, originario del Bangladesh, è finito in manette con l'accusa di duplice omicidio premeditato, detenzione e uso di arma. Sulla sua testa pendeva un mandato d'arresto europeo emesso dalle autorità greche. Secondo la Polizia ellenica, il 13 settembre 2020 avrebbe ucciso a colpi di spranga due colleghi di lavoro.

Dopo l'accaduto si sarebbe rifugiato in Italia e, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, si sarebbe stabilito a Milano. A gennaio 2021 l'uomo ha avanzato la richiesta di protezione internazionale presso l'ufficio immigrazione di Asti. Poi, esattamente un anno dopo, ha denunciato lo smarrimento del passaporto in un commissariato milanese e ha presentato la richiesta di rinnovo del permesso di soggiorno, ottenuto nel luglio scorso.

Arrestato dopo la richiesta di protezione internazionale

Tutto sarebbe passato sottotraccia se non fosse che lo scorso 7 ottobre l'autorità giudiziaria greca ha disposto nei suoi confronti il mandato di arresto europeo che conteneva le generalità del ricercato e alcune foto risalenti all'anno dell'omicidio di cui è accusato.

Inizialmente gli agenti italiani non erano in possesso di elementi certi che potessero consentire l'immediato riconoscimento dell'uomo, infatti la descrizione presente nel mandato differiva leggermente dalle indicazioni in mano agli inquirenti.

Così i poliziotti lo hanno convocato all'ufficio immigrazione con la scusa di firmare alcuni documenti relativi alla richiesta di protezione presentata nel gennaio 2021. Il confronto delle impronte digitali con i dati presenti nel mandato di cattura hanno permesso di appurare che il 34enne era il reale destinatario del provvedimento. Così per lui sono scattate le manette e ora sarà consegnato al dipartimento di giustizia di Atene.

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