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Rosario Curcio morto suicida in carcere, il killer di Lea Garofalo trovato impiccato in cella

Rosario Curcio è stato trovato impiccato nella sua cella nel carcere di Opera, a Milano. Il 47enne è deceduto dopo due giorni di ricovero in terapia intensiva. Era stato condannato all’ergastolo per la morte della collaboratrice di giustizia Lea Garofalo.
A cura di Enrico Spaccini
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Rosario Curcio, uno dei killer della testimone di giustizia Lea Garofalo, è morto al carcere di Opera a Milano. Il 47enne originario di Petilia Policastro (Crotone) è stato trovato impiccato nella sua cella dove stava scontando la condanna all'ergastolo nella serata di mercoledì 28 giugno ed è deceduto in ospedale.

Curcio era stato arrestato nel 2010 insieme all'ex compagno di Garofalo, Carlo Cosco, e condannato definitivamente all'ergastolo (insieme ad altri tre) per la morte e la distruzione del cadavere della 35enne nel dicembre del 2014.

La Procura sta svolgendo accertamenti sulla morte di Curcio.

La storia di Lea Garofalo

Lea Garofalo è stata uccisa il 24 novembre del 2009 a Milano. Dal 2002 era stata inserita nel programma di protezione testimoni, insieme a sua figlia Denise, perché aveva deciso di raccontare ai magistrati le attività di spaccio condotte dalla famiglia Cosco e la faida con la sua famiglia che aveva portato alla morte del fratello Floriano Garofalo nel 2005.

Scappata da Petilia Policastro, Garofalo si era rifugiata a Campobasso dove nell'aprile del 2009, uscita dal programma di protezione, ha evitato un primo agguato nei suoi confronti. Il 24 novembre dello stesso anno a Milano incontra l'ex fidanzato Cosco. Le telecamere l'hanno ripresa per l'ultima volta camminare con la figlia per le vie della città. Il suo corpo è stato ritrovato nel quartiere San Fruttuoso a Monza dove era stato dato alle fiamme per tre giorni.

I responsabili dell'omicidio

Nell'ottobre del 2010 arrivano i mandati di arresto per Carlo Cosco, Massimo Sabatino, Giuseppe Cosco, Vito Cosco, Carmine Venturino e Rosario Curcio. Il processo a loro carico si è concluso il 30 marzo 2012.

Carlo Cosco e suo cugino Vito sono stati condannati all'ergastolo e hanno dovuto scontare l'isolamento diurno per due anni. Ergastolo, ma con isolamento di un anno, anche per massimo Sabatino e Rosario Curcio. Per Carmine Venturino, ex fidanzato di Denise figlia di Lea, la pena è stata ridotta a 25 anni perché collaborò con la giustizia.  Giuseppe Cosco, fratello di Carlo, fu assolto "per non aver commesso il fatto".

Le condanne sono state confermate e rese definitive prima dalla Corte d'Assise d'appello di Milano e infine dalla Cassazione nel dicembre del 2014.

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