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È morto Piergiorgio Storti: era diventato famoso quando è rimasto senza casa insieme al suo cane Black

La storia di Piergiorgio Storti, sfrattato mentre si trovava da mesi in ospedale con il Covid, aveva commosso tutta Italia. “L’importante è stare con il mio cane Black”, disse al tempo. I due avevano trovato casa grazie alla mobilitazione del paese.
A cura di Francesca Del Boca
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"Voglio morire con il mio cane Black". E così è stato per Piergiorgio Storti, 72 anni, trovato morto ieri nel casolare isolato in cui abitava con l'animale domestico a Cignone, piccola frazione di Corte de’ Cortesi (Cremona). Protagonista di un caso di cronaca celebre finito sotto i riflettori dopo uno sfratto esecutivo mentre l'uomo si trovava da mesi in ospedale, ricoverato per una grave complicanza da Covid: della storia si interessarono per giorni le telecamere di Canale 5, tra dirette su Pomeriggio Cinque e servizi di Striscia La Notizia, e la stampa locale.

La vita di Piergiorgio Storti, salvato dal cane Black

Piergiorgio Storti, prima di andare in pensione e passare le giornate insieme al cane Black, aveva lavorato in un distributore di benzina e poi ha fatto l’operaio. Ma, pur avendo sempre fatto fronte a tutti gli impegni, a causa della lunga malattia non aveva potuto impugnare il preavviso di sfratto: contagiato nei primi di marzo del 2020, era tornato a casa sano e salvo solamente nel mese di maggio.

Il mio cane mi ha salvato la vita”, aveva detto. “Quando stavo male ho cercato il telefono, ma non potevo parlare. Black ha abbaiato tantissimo e così il mio amico Mario ha capito che qualcosa non andava. Quando mi ha trovato, ero svenuto. Sopra di me c’era Black che mi teneva al caldo”.

La mobilitazione per cercare una casa a Piergiorgio e Black

Una vita semplice e ritirata, quella del 72enne. Un casolare nelle campagne del Cremonese, pochi amici, un inseparabile compagno di vita sempre al fianco. Grazie alla mobilitazione delle televisioni e della stampa, aveva potuto trovare una nuova casa e godersi la tranquilla quotidianità in compagnia di Black: in moltissimi si erano fatti avanti con telefonate, messaggi, appelli tv ed email per trovargli una sistemazione, facendo varie offerte di case, alloggi e denaro. "L'importante è stare con Black", disse lui. Poi, grazie all’intervento del sindaco Luigi Rottoli e alla generosità di una coppia di bresciani, era stata individuata una cascina di Corte dè Cortesi, collocata nella zona centrale del paese. La stessa in cui ieri è stato trovato senza vita. Ma sempre accanto a Black.

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