È morto Luciano Gattinoni, luminare inventore della tecnica salvavita per i pazienti con insufficienza respiratoria
È morto a 79 anni Luciano Gattinoni, medico e scienziato milanese conosciuto in tutto il mondo per i suoi studi nel campo dell'Anestesia e della Rianimazione. I suoi studi hanno portato a innovazioni che hanno rivoluzionato il trattamento delle insufficienze respiratorie gravi, come lo sviluppo della "macchina cuore-polmoni" (Ecmo) diventata indispensabile nei trapianti di organo e l'ideazione della tecnica della posizione prona, che ha aiutato a salvare vite durante le fasi più dure della pandemia da Covid-19. Malato da tempo di tumore, Gattinoni è deceduto lunedì 2 dicembre a Gottinga, in Germania, dove dal 2017 insegnava come guest professor. Nello stesso giorno è mancata anche la sua compagna, Federica Romitti, ricercatrice nell'ambito della Terapia intensiva.
La carriera di Gattinoni, tra Bethesda e Milano
Nato a Milano nel 1945, Gattinoni aveva studiato al liceo classico Carducci prima di laurearsi, nel 1969, in Medicina all'Università Statale. Nel 1974 si è specializzato in Anestesia e Rianimazione e nel 1980 in Igiene. Al National Institutes of Health di Bethesda, negli Stati Uniti, sviluppa l'uso della circolazione extracorporea come sostegno all'attività polmonare, per poi rientrare al San Gerardo di Monza.
Diventato professore ordinario all'Università di Milano, nel 1993 assume la carica di primario del reparto di Terapia Intensiva al Policlinico. È in questi anni che, anche in qualità di direttore scientifico, introduce la tecnica della pronazione dei pazienti affetti da insufficienza respiratoria acuta. In questo modo, l'ossigenazione dei polmoni è migliore e si garantisce un maggior tasso di sopravvivenza. Questa pratica è stata largamente usata anche durante la pandemia da Covid-19 e ha aiutato a salvare la vita di molti pazienti.
L'attività di Luciano Gattinoni in Germania e il decesso
Tra le numerose onorificenze, Gattinoni ha ricevuto nel 1992 il titolo di Commendatore della Repubblica italiana e nel 2016 l'Ambrogino d'oro. Una volta in pensione, ha continuato la sua attività all'università di Gottinga, in Germania, impegnandosi soprattuto nella ricerca. Tra le sue passioni, anche la musica. Gattinoni, infatti, suonava pianoforte e clavicembalo e con tre amici aveva fondato il Mnogaja Leta Quartet.
Gattinoni era malato di tumore ed è deceduto il 2 dicembre nella sua abitazione tedesca. Nello stesso giorno, è deceduta anche la sua compagna, Federica Romitti, anche lei ricercatrice. Il gruppo di ricerca italo-tedesca La Colonia li ha salutati con un post su Facebook: "Con immensa gratitudine, ci impegneremo a custodire e valorizzare la loro preziosa eredità, mantenendo vivo quello spirito gioioso che hanno saputo infondere nell’indagine scientifica, coltivando il rigore metodologico nella ricerca dei meccanismi fondamentali della natura. Grazie per tutto questo e per molto altro ancora".