È morto a Milano il boss mafioso Raffaele Ganci, l’ultimo fedelissimo di Totò Riina

È morto il boss mafioso Raffaele Ganci. Il capomafia, ricoverato nel reparto detenuti dell'ospedale San Paolo, è deceduto all'età di novant'anni. Era uno dei fedelissimi di Totò Riina – tanto da avergli fornito assistenza durante il periodo di latitanza – e capo della cosca del quartiere di Palermo della Noce. Ganci stava scontando diversi ergastoli in regime di 41-bis: è stato ritenuto responsabile dell'omicidio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso in via Carini a Palermo, il 3 settembre 1982, insieme alla moglie Emanuela Setti Carraro e all'agente Domenico Russo.
I figli di Ganci parteciparono alle stragi del 1992
Ganci – che non si è mai pentito – ha anche partecipato all'organizzazione dell'omicidio del vicequestore Ninni Cassarà e del giudice Rocco Chinnici. Il boss è ritenuto responsabile anche della morte del giornalista Mario Francese. Ganci, durante la "commissione provinciale" di Cosa Nostra, diede parere favorevole alle stragi del 1992 dove morirono i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. I figli di Ganci, Calogero e Nunzio, fecero parte del commando che uccise i due giudici.
Fu il figlio Calogero, poi pentito, ad affermare che dalla macelleria della famiglia era possibile osservare l'abitazione del giudice Chinnici e del giudice Falcone e da lì, dopo che era stata vista partire l'auto guidata dall'autista giudiziario, sarebbe partito l'avviso che il magistrato stava rientrando a Palermo. Calogero Ganci confessò oltre cento omicidi. Dopo cinque anni di latitanza, Ganci fu arrestato il 10 giugno 1993 a Terrasini: con lui finirono in manette anche i figli e il genero Francesco Paolo Anzelmo.