È morta a 96 anni Licia Rognini Pinelli, moglie dell’anarchico Giuseppe
È morta a 96 anni Licia Rognini Pinelli, vedova del ferroviere anarchico morto precipitando dal quarto piano della Questura di via Fatebenefratelli nella notte tra il 15 e il 16 dicembre del 1969, dopo essere stato ingiustamente fermato con l'accusa di essere responsabile la strage di piazza Fontana a Milano.
Licia Pinelli, nata a Senigallia nel 1928 ma trasferita a Milano dall'età di 18 mesi, si era sempre battuta per la verità sulla morte del marito Pino, conosciuto a un corso di esperanto e sposato nel 1955. Era stata nominata nel 2015 Commendatore al Merito della Repubblica da parte del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che nel 2009, in occasione della Giornata della memoria delle vittime del terrorismo, la invitò al Quirinale con la vedova del commissario Luigi Calabresi, Gemma Capra.
"Una vita spesa con dignità, coerenza e coraggio in difesa del nome di Pino. Cara Licia quanto ti abbiamo voluto bene. Il nostro abbraccio più forte a Silvia e Claudia Pinelli, a tutti i tuoi cari", fa sapere oggi l'Anpi Milano Barona Carlo Smuraglia, che così saluta la donna.
Padre falegname di fede anarchica poi impiegato alla Pirelli, madre sarta a domicilio, Licia Pinelli aveva iniziato a lavorare all'età di 13 anni. "Io sono cresciuta in una casa di cento famiglie, in viale Monza, dove c'era di tutto e potevamo essere tutto. Ho fatto una scelta", erano state le parole di Licia Rognini Pinelli. "Sarà anche banale, ma è una scelta di vita che riguarda il modo di essere, il matrimonio, il lavoro, la verità, la politica…". Lascia le due figlie, Silvia e Claudia.