È Francesco Mazzacane il ragazzo morto nel residence: lo scambio d’identità con il compagno Caputo
C'è stato uno scambio di persona, uno dei più tragici. Quando i sanitari del 118 sono entrati in quella stanza del Linate Residence di Novegro, avevano visto i documenti di Pietro Caputo appoggiati su un comodino. Da quella parte del letto, c'era il corpo di un giovane senza vita. Per questo motivo, hanno pensato che ad essere deceduto fosse lui, il 21enne di Pompei residente a Torre Annunziata.
Invece, quel corpo era del suo compagno Francesco Mazzacane. Una rivelazione arrivata solo 24 ore dopo il ritrovamento, quando la famiglia di Caputo stava svolgendo il riconoscimento del cadavere.
Non era stato inviato il medico legale sul posto
Che quello trovato senza vita fosse Caputo era stato scritto sia sul referto medico che sul verbale dei militari. Un errore che non è stato possibile correggere prima, visto che il pm Luigi Luzi, che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e lesioni colpose, non aveva ritenuto necessario mandare sul posto il medico legale.
Il quadro appariva chiaro: una fuga di monossido di carbonio, probabilmente da una caldaia malfunzionante, aveva ucciso Caputo e portato in stato di incoscienza Mazzacane. La notizia era stata letta in tutta Italia e in molti avevano affidato ai social messaggi di cordoglio e di ricordo del 21enne.
Caputo è ricoverato ancora in condizioni critiche
La vittima, invece, era il suo compagno. Era lui che lavorava all'Esselunga, l'azienda convenzionata con la struttura dove viveva da un mese. Caputo, il suo compagno, lo aveva raggiungo il 3 novembre e stava cercando lavoro a Milano. Ora è ricoverato al Fatebenefratelli in condizioni critiche.