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È di un 41enne il corpo ripescato nel lago di Como: un mese fa la denuncia del fratello

Il corpo ripescato nel lago di Como ora ha un nome. Si tratta di un 41enne di cui il fratello aveva denunciato la scomparsa un mese fa. La Procura ha disposto l’autopsia per capire le cause delle ferite alla testa.
A cura di Enrico Spaccini
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Immagine di repertorio
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È stato identificato l'uomo recuperato senza vita nel lago di Como dai vigili del fuoco nel primo pomeriggio di ieri, domenica 19 febbraio. Si tratta di un 41enne di origine nordafricana, probabilmente marocchino. Il suo cadavere è stato ripescato davanti al Monumento ai caduti e al Tempio Voltiano di Como, nel tratto di viale Vittorio Veneto. L'aspetto dell'uomo era quasi irriconoscibile, cosa che ha fatto pensare alle forze dell'ordine che si trovasse in acqua da diverso tempo e che quindi il decesso non sarebbe recente.

Sul posto erano intervenute le forze dell'ordine e il personale sanitario del 118, ma hanno potuto far altro che constatare il decesso del 41enne. Durante i primi esami fatti al cadavere, sono state trovate alcune ferite alla testa. Per questo motivo, la Procura di Como ha disposto l'autopsia per capire cosa gli è accaduto. Il fratello dell'uomo aveva denunciato la sua scomparsa a gennaio.

Il ragazzo trovato morto nel seminterrato di un negozio di ortofrutta

Lo scorso sabato mattina, 18 febbraio, è stato trovato il cadavere di un ragazzo nella cantina di un negozio di ortofrutta di Carnate, in provincia di Monza e Brianza. Stando a quanto ricostruito finora, sembra che il giovane lavorasse come dipendente in quell'attività e che dormisse proprio in quel seminterrato.

Anche in questo caso sarà l'autopsia a chiarire la maggior parte dei dubbi. L'ipotesi più probabile è che il ragazzo sia morto a causa della fuoriuscita del monossido di carbonio dalla stufetta trovata poco lontano dal corpo. Si pensa che il piccolo elettrodomestico fosse difettoso. Le indagini sono portate avanti dai carabinieri.

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