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È davvero possibile ottenere un risarcimento per l’inquinamento dell’area di Milano?

Alcuni cittadini di Milano vorrebbero fare una class action per chiedere un risarcimento dei danni causati dallo smog che si respira in città. Ma è davvero una possibilità concreta, visto l’inquinamento dell’aria? Fanpage.it lo ha chiesto all’avvocato Stefano Brustia.
Intervista a Stefano Brustia
Avvocato del foro di Roma e co-responsabile Dipartimento di Azioni Collettive di A.L. Assistenza Legale.
A cura di Francesca Del Boca
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Foto di repertorio
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Sarebbero oltre 50mila i milanesi che avrebbero manifestato interesse per la class action che un'azienda di consulenza legale nell'ambito sanitario vorrebbe intentare per chiedere un risarcimento danni per l'inquinamento dell'aria e per cui sono stati adottate specifiche misure antismog, che resteranno in vigore almeno fino a venerdì 23 febbraio. "I dati scientifici evidenziano la correlazione tra inquinamento e morti premature. Noi puntiamo attraverso questa azione legale a chiedere alle istituzioni di fare qualcosa di concreto per cambiare rotta. Non è una mera questione di soldi", ha spiegato all'Adnkronos l'avvocato Bruno Borin di Consulcesi. Ma è davvero possibile ottenere un risarcimento per lo smog che si respira in città? Fanpage.it lo ha chiesto a Stefano Brustia, avvocato del foro di Roma e co-responsabile Dipartimento di Azioni Collettive di A.L. Assistenza Legale.

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Ci sarebbero gli estremi per una class action per i danni causati dall’aria inquinata, come ha proposto Consulcesi?

A mio parere, un’azione collettiva volta ad ottenere un risarcimento pecuniario per i danni alla salute causati dal superamento dei valori soglia di inquinamento dell’aria, stabiliti dalla  direttiva 2008/50/CE, non ha alcuna possibilità di successo.

Per quale ragione?

In una recente sentenza del 22 dicembre 2022, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea riunita in Grande Sezione,  si è pronunciata su una causa inerente un’azione legale portata avanti da un cittadino di Parigi, il quale chiedeva  allo Stato francese un cospicuo risarcimento per i  danni alla sua salute derivanti dal mancato rispetto dei valori limite sulle sostanze inquinanti nell’aria.

Faccio notare che in questa causa era stata accertata la violazione da parte dello Stato francese delle norme in materia di qualità dell’aria: i giudici avevano infatti constatato il superamento in maniera continuativa e sistematica dei valori soglia del PM10. Una situazione molto simile a quella in cui si trovano tanti cittadini che vivono in aree densamente popolate della pianura Padana, come Milano.

Ci si sarebbe quindi potuti aspettare che i giudici europei arrivassero a riconoscere ai cittadini il diritto al risarcimento dei danni alla salute che presentano un nesso di causalità diretto e certo con l'inquinamento dell’aria.

Ciò non è avvenuto, in quanto la Corte di Giustizia ha escluso che le disposizioni della direttiva 50/2008/CE possano essere interpretate nel senso di attribuire ai singoli cittadini il diritto al risarcimento dei danni alla salute derivanti dal superamento dei valori limiti stabiliti dalla citata direttiva.

Questa sentenza che impatto ha per i cittadini italiani?

È importante fare notare che nell’ordinamento europeo, il ruolo attribuito alla Corte di Giustizia è quello di garantire che le norme europee siano applicate allo stesso modo in tutta l'UE. I giudici nazionali dei Paesi membri dell’Unione sono pertanto tenuti ad uniformarsi a questa decisione.

La sentenza vincola quindi anche  i giudici italiani ad escludere la possibilità per i singoli cittadini di ottenere dallo Stato o dalle autorità locali dei risarcimenti per danni alla salute derivanti da violazioni della legislazione europea in materia ambientale.

Chi pagherebbe, in caso, visto che i fattori inquinanti sono molteplici?

Ritengo che non esista una concreta possibilità che un’azione collettiva per ottenere un risarcimento danni  possa avere successo. In quanto la responsabilità della situazione è potenzialmente attribuibile all’intera comunità. Come cittadini possiamo solo sollecitare le autorità competenti a rispettare la normativa europea in materia ambientale.

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