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Due persone arrestate per sbaglio a Milano in 20 giorni: entrambi sono finiti in carcere da innocenti

Un uomo bangladese e uno cinese sono stati arrestati per sbaglio a causa di due casi di omonimia: il primo è stato costretto a quattro mesi di carcere mentre il secondo a quattro giorni.
A cura di Giorgia Venturini
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A Milano due cittadini stranieri sono stati arrestati per sbaglio come destinatari di condanne definitive. Due casi di scambi di persone nei soli ultimi 20 giorni e solo nel capoluogo lombardo. Vittime di questi errori giudiziari sono stati un uomo bangladese e uno cinese: il primo è stato costretto a quattro mesi di carcere mentre il secondo a quattro giorni. Tutto perché avevano stesso nome e stessa data di nascita dei veri criminali.

Un uomo di 35 anni scambiato per il responsabile di una rissa aggavata

Stando a quanto riportato da Il Corriere della Sera, era il 20 ottobre dello scorso anno quando un 35enne del Bangladesh, con permesso di soggiorno e una casa in affitto, è stato prelevato dalle forze dell'ordine mentre era al lavoro in un ristorante del centro. All'uomo dicono che deve scontare una condanna di 3 anni di carcere in via definitiva per rissa aggravata dal fatto che è morto un uomo avvenuta nel 2020. Ad accorgersi che c'era qualcosa che non andava è stata l'avvocata Francesca Nosetti contattata dalla famiglia del 35enne: è stata lei a capire che la foto dell'imputato presente nel fascicolo processuale non era quella del suo assistito. Ci sono voluti però mesi perché la Giustizia provvedesse a rilasciare l'uomo. Il bangladese ha però intanto perso il lavoro: nel ristorante lavorava con un contratto fisso.

Un 53enne arrestato per sbaglio per ricettazione

Stessa sorte è toccato a un 53enne cinese anche lui regolare in Italia. Mentre si trovava a Malpensa e prima di salire su un aereo per tornare in Cina qualche giorno dalla sua famiglia è stato arrestato dalle forze dell'ordine: l'accusa è di ricettazione di telefonini contraffatti e vale una condanna di un anno e quattro mesi. Nel suo caso a salvarlo da un errore giudiziario dopo quattro giorni di carcere è stato un agente della polizia penitenziaria del carcere di Busto Arsizio. Anche in questo caso la vittima è stata rilasciata.

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