Due operai condannati a 3 anni per il deragliamento del Frecciarossa a Lodi: scagionati i vertici
Tre anni di reclusione per due operai addetti alla manutenzione dipendenti di Rfi e l'assoluzione del loro istruttore, con il non luogo a procedere per i vertici di Alstom e Rfi. Si è chiuso cosi, a Lodi, il processo in abbreviato per il deragliamento del Frecciarossa 9595 Milano – Salerno avvenuto il 6 febbraio 2020 nel Basso Lodigiano, in corrispondenza di uno scambio tra Livraga e Ospedaletto: nell'incidente avevano perso la vita due macchinisti, ed erano rimaste ferite 32 persone, di cui 10 con lesioni gravi.
I due operai avevano installato un meccanismo difettoso
I due operai condannati, secondo le indagini, poche ore prima del deragliamento installarono sullo scambio numero 5 del Posto movimento Livraga un attuatore (meccanismo per il settore ferroviario) prodotto un anno e mezzo prima da Alstom Ferroviaria a Firenze che si era rivelato difettoso: era stata accertata un'inversione dei fili numero 16 e 18 nel cablaggio interno.
Per questo sono stati rinviati a giudizio, in ambito Alstom, l'operaio interinale che si ritiene effettuò il cablaggio errato e l'operatore del banco di collaudo che firmò la scheda attestante la regolarità del prodotto, oltre a due quadri ritenuti responsabili dei processi di progettazione e di produzione di quel tipo di componenti.
Il disastro ferroviario del Frecciarossa
Il Frecciarossa 9595 partito da Milano alle 5.10 della mattina del 6 febbraio, direzione Salerno, era deragliato alle 5.34 per un binario rimasto aperto allo scambio all’altezza di Livraga. Un vero e proprio disastro ferroviario: la carrozza di testa del treno, lanciato verso i campi intorno alle rotaie, si era sganciata dal resto del convoglio e si era ribaltata, provocando la morte dei due macchinisti Mario Dicuonzo e Giuseppe Cicciù.