Due figli e tanti problemi, chi era Youns l’uomo ucciso dall’assessore: “Gli serviva solo aiuto”
Youns El Bossettaoui, il 39enne ucciso dall'assessore leghista alla Sicurezza del comune di Voghera, aveva una moglie e due figli di cinque e otto anni che al momento si trovano in Marocco. Da qualche tempo soffriva di problemi psichici tanto che, stando a quanto rivelato dai legali dei parenti della vittima, era stato ricoverato in una struttura di Vercelli dalla quale era scappato desideroso di tornare a Voghera che considerava "casa sua". Proprio lì, in passato, era stato seguito dai servizi sociali. Per poi, con il cambio della giunta, essere abbandonato a se stesso. Il ritratto che emerge è quello di una persona fragile, che aveva bisogno di cure e attenzioni, ma che era stato dimenticato dalla società e lasciato ai margini.
I tagli ai servizi sociali da parte dell'Assessorato
Qualche volta andava alla Caritas dove mangiava e magari faceva anche una doccia: "Non era una persona pericolosa – racconta a Fanpage.it Gianpietro Santamaria, coordinatore di Buona Destra Voghera -. Era una persona che non stava bene e che aveva bisogno di assistenza". Un'assistenza che però gli era stata negata: "Con il cambio dell'amministrazione – sostiene Santamaria – i clochard sono diventati un problema di sicurezza. E anche Youns era considerato un peso". Una concezione condivisa probabilmente dallo stesso Massimo Adriatici che in passato aveva anche dato un Daspo a Giada, una senzatetto che chiedeva l'elemosina. Negli anni il Comune di Voghera ha fatto balzare agli ultimi posti dell'agenda politica l'attenzione ai fragili: "L'assessorato alle Politiche sociali durante la pandemia – continua il coordinatore – ha tagliato 151 assegni sociali di 150 euro destinato alle persone in difficoltà".
La dinamica della sparatoria
Youns, che la sera in cui è morto probabilmente era ubriaco, spesso importunava i clienti dei bar di piazza Meardi ma, secondo molti, non era pericoloso: "Non l'ho mai visto dare in escandescenza. È vero c'è la microcriminalità a Voghera – spiega Santamaria – ma non era certamente Youns. Aveva avuto tre Tso, lo si vedeva mangiare gli avanzi anche dalla spazzatura, ma non era pericoloso". Quella notte il 39enne era disarmato: dopo essere stato mandato via da un locale, si sarebbe reso conto che l'assessore – che forse si trovava lì per constatare l'applicazione della disposizione anti alcol – aveva chiamato le forze dell'ordine. L'uomo quindi si sarebbe scagliato contro di lui e Adriatici ha così preso l'arma e poi, in una dinamica ancora da chiarire, avrebbe sparato. La sua versione è che il colpo sia partito accidentalmente. Saranno poi le perizie a stabilire la veridicità o meno di quanto detto. I dubbi sono ancora tanti: perché l'assessore girava con una pistola? E perché con un colpo in canna? E ancora: Chi ha chiamato i soccorsi e perché sono arrivati in codice giallo? Domande a cui le indagini della Procura proveranno a dare una risposta.