Due colleghi di Carol: “Dopo l’omicidio Fontana ha scritto ad altre ragazze per nuovi video”
Avrebbe continuato a chiedere ad altre ragazze collaborazioni per la produzione di video hard amatoriali: a dirlo sono Ginevra e Juan, entrambi colleghi di Carol Maltesi, che – durante un'intervista a "Le Iene" andata in onda su ItaliaUno – hanno mostrato alcuni messaggi che Davide Fontana, l'uomo che ha confessato di aver ucciso e distrutto il corpo della 26enne, avrebbe inviato nei giorni successivi al ritrovamento del cadavere.
I social di Carol erano stati disattivati
Durante l'intervista Ginevra ha spiegato che, quando la Procura aveva diffuso l'elenco dei tatuaggi presenti sui resti, li aveva subito associati a quelli di Carol. Prima ancora di rivolgersi ai carabinieri – cosa che la coppia ha poi fatto – la ragazza ha visitato i profili della collega: "Il suo profilo OnlyFans c'era, ma era stato disattivato. Non c'era più nulla". È Juan a spiegare che sempre su quel profilo era stato pubblicato un post che annunciava come tutti i contenuti prodotti fino a quel momento erano stati trasferiti su quello di Fontana. E sempre su quella piattaforma, nei giorni successivi al ritrovamento dei resti, il 43enne aveva pubblicato un video con Carol: "Questa ragazza era sparita già da almeno una settimana e forse di più e lui – afferma Juan – continuava ancora a pubblicare video di lei. Stavano sempre insieme. Non ti fai due domande se è sparita?".
Fontana avrebbe cercato altre ragazze per collaborazioni
Alcune loro colleghe hanno poi raccontato che, nel periodo in cui Carol era già morta, avrebbero ricevuto dei messaggi dal suo profilo: "Dei nostri colleghi avevano ricevuto dei messaggi da lei, addirittura di collaborazioni. Arrivavano messaggi sia dal profilo di Carol – racconta Ginevra – sia dal profilo di Davide". Come poi raccontato da Fontana nell'interrogatorio, sarebbe stato in realtà lui a rispondere ai messaggi fingendosi Carol: "Alcune nostre colleghe ci hanno mandato gli screen di queste conversazioni dove Davide scriveva loro dicendo di scrivere a Charlotte perché poteva assicurare che era una persona fidata. E lei rispondeva a questi messaggi dicendo "Sì, è una persona affidabile"".
Proseguono le indagini degli inquirenti
Per il momento, stando a quanto appreso da Fanpage.it, proseguono le indagini. Gli investigatori e gli inquirenti si stanno concentrando anche sul fatto che Fontana, per oltre due mesi e mezzo, si sia finto Carol inviando messaggi ad amici, parenti e colleghi. Carabinieri e magistrati sono al lavoro per cercare di capire il perché di questo gesto. Ovviamente – come precisato a Fanpage.it – è ancora troppo presto per elaborare qualsiasi tipo di deduzione volta a capire le reali intenzioni del reo confesso. Sicuramente a poter chiarire ulteriori dubbi, potranno essere le analisi e le perizie sui dispositivi elettronici di Carol e Fontana. Bisognerà però attendere ancora qualche giorno. Al momento inoltre, apprende sempre Fanpage.it, è escluso che vi sia stato un complice nell'omicidio della giovane donna.