Droga dello stupro a casa di Ciro Di Maio: “Sono tossicodipendente, non sono uno spacciatore”
"Non sono uno spacciatore, la sostanza non era destinata a feste o altro, era per me, ne sono dipendente da molti anni ormai": a dirlo è stato il conduttore televisivo Ciro Di Maio, arrestato dopo che nel suo appartamento di Milano è stato trovato un litro di Gbl o "droga dello stupro" che il 46enne si era fatto inviare dall'Olanda. L'attore, che al momento si trova nel carcere di San Vittore, è stato interrogato nella mattinata di oggi, giovedì 26 agosto, dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Milano Sara Cipolla. "È molto provato – ha spiegato l'avvocato Nadia Savoca che lo difende – ha problemi di salute ed è impaurito"
Di Maio: Sto cercando di seguire un programma terapeutico
Il pubblico ministero Leonardo Lesti ha chiesto che il 46enne rimanga in carcere mentre la difesa ne ha chiesto la scarcerazione e una misura meno dura come i domiciliari o l'obbligo di firma. Il giudice non si è ancora espresso al riguardo. Di Maio, accusato di detenzione di droga a fini di spaccio, ha inoltre spiegato di essere in terapia: "Sto cercando di seguire un programma terapeutico che prevede di "scalare" riducendo a mano a mano il consumo". Il legale dell'attore ha infatti precisato che il suo assistito è seguito da un medico e ha depositato una documentazione medica: "La terapia prescrive l'assunzione di due millilitri ogni due ore e comunque fino a un massimo di cinque dosi giornaliere". Nonostante questo, l'avvocato ha spiegato che l'uomo ultimamente ne stava assumendo di più "perché non sempre riesce a seguire il programma". L'uomo è impegnato anche in un altro procedimento sempre per lo stesso reato. In questo caso, il giudice ha disposto il giudizio immediato.
L'arresto del conduttore televisivo
La squadra mobile di Milano stava conducendo un'indagine relativa all'uso delle droghe nelle feste private e rave party. Nelle scorse settimane ha ricevuto una segnalazione di un pacco sospetto all'aeroporto di Fiumicino che doveva arrivare a Milano e che era destinato a "Mia Maio". Gli investigatori ne hanno seguito il percorso e sono arrivati all'abitazione del conduttore. In un primo momento, Di Maio aveva sostenuto di non saperne nulla poi ha affermato che la sostanza fosse per uso personale. Per gli inquirenti però il quantitativo trovato è ingente: con un litro infatti è possibile realizzare 1.400 dosi. Anche a tal proposito, il legale ha spiegato che: "Abbiamo dimostrato poi che quel prodotto si può comprare solo in quelle determinate quantità. Lui non poteva comprare meno di un litro perché in quelle quantità viene venduto". Per l'avvocato non ci sono elementi che provino lo spaccio: "Non sono stati trovati soldi o altro".