Dove ha detto Alessia Pifferi di aver lasciato la bimba di 16 mesi che è morta in casa di stenti
Doveva essere al mare con la zia la piccola Diana. O almeno così aveva detto la 36enne Alessia Pifferi al compagno Mario D’Ambrosio che aveva raggiunto sette giorni fa. Invece la figlia di 16 mesi era a casa da sola: abbandonata nel suo letto con un po' di latte a fianco. Null'altro.
Dopo sei giorni la piccola è morta di stenti. "Sapevo che poteva andare così", ha confessato al pubblico ministero di Milano Frencesco De Tommasi che indaga sull'accaduto.
La donna, durante l'interrogatorio, non ha mai pianto e non si è mai disperata davanti agli inquirenti. Ma avrebbe precisato: "Già altre volte l’avevo lasciata da sola nei fine settimana ed era sopravvissuta".
L'accusa di omicidio volontario
Alessia Pifferi resta in carcere in attesa della convalida del fermo: è accusata di omicidio volontario pluriaggravato dai futili motivi e dalla premeditazione. Mancano ancora da capire tutti i particolari: certo è che la donna ha trovato la piccola morta nella sua casa di via Parea 15/20 nel quartiere Ponte Lambro di Milano.
Ma una volta in casa la piccola era già morta: una volta arrivati i soccorsi in casa i medici non hanno potuto far altro che accertare il decesso.
La piccola era nata in casa
Dagli ulteriori accertamenti è emerso che la donna avrebbe avuto una relazione clandestina di cui nessuno conosceva la sua esistenza: infatti la piccola non era stata avuta dalle relazioni durature passate della donna. Agli investigatori la donna ha detto di non essersi resa conto di essere rimasta incinta e di aver partorito in casa senza aver informato il padre.
La piccola non aveva un pediatra ed era nata in casa: qui i dubbi che non fosse stata registrata all'anagrafe. Al momento però risulta che non era segnalata ai Servizi Civili.