Dopo 28 anni c’è il primo indagato per l’omicidio di Pietro Sanua, il figlio: “Siamo vicini alla verità”
Per la prima volta dopo 28 anni ci sarebbe una pista concreta per scoprire che ha ucciso Pietro Sanua, il venditore ambulante e sindacalista assassinato a Corsico il 4 febbraio del 1995, e di chi ne ha ordinato l'omicidio. Ci sono voluti anni di indagini – e probabilmente ci vorrà altro tempo per confermare i sospetti – ma mai fino ad ora si è stati così vicini alla verità.
L'omicidio a Corsico 28 anni fa
Era mattina fredda a Corsico, alle porte di Milano, il 4 febbraio del 1995. Pietro Sanua si trovava a bordo del suo furgone con il figlio Lorenzo di 21 anni e da lì a poco avrebbero iniziato ad allestire la loro bancarella di frutta e verdura al mercato del paese.
È stato Lorenzo il primo a notare una Fiat Punto marrone targata Genova che a 500 metri davanti a loro ha rallentato per poi fare un'inversione di marcia azzardata. Quello che accadde dopo fu questione di pochi secondi: dalla Fiat Punto vennero sparati due colpi di arma da fuoco che colpirono subito Pietro. I tempestivi soccorsi non riuscirono a salvare la vita a Sanua, morto poco dopo in ospedale.
Su cosa si sono concentrate le indagini
La Procura aprì subito le indagini che vennero archiviate l'estate dello stesso anno. Pochi anni fa però il fascicolo è stato riaperto dalla Direzione distrettuale antimafia, sulla scrivania dell'aggiunto Alessandra Dolci. Si ritorna a indagare. Ma quali sono le piste investigatore su cui concentrasi?
Certo è che Pietro Sanua era noto nella zona Sud Milano per il suo impegno sociale: era presidente provinciale dell’Anva, l’associazione nazionale venditori ambulanti, e fondatore a Milano dell’associazione "Sos impresa".
Più volte Sanua si era battuto per porre fine al "racket dei fiori": si assicurava che i venditori ambulanti rispettassero le posizioni assegnate dalle graduatorie e che tutti rispettassero le regole. Un impegno non gradito a tutti a Buccinasco e Corsico: siamo negli anni '90 e nei paesi a Sud di Milano la ‘ndrangheta ne era già la padrona.
La nuova pista investigativa
Il filo conduttore tra Lombardia e Calabria trova la conferma anche 28 anni dopo. In questi giorni gli agenti della Squadra Mobile di Milano, guidati da Marco Calì, su disposizione della Direzione distrettuale antimafia di Milano e con l'aiuto dei colleghi di Reggio Calabria, hanno bussato alla porta di Vincenzo Ferraro, 57 anni e residente a Tresilico, e sottoposto l'abitazione a perquisizioni. Vincenzo Ferraro è fratello dell'ex latitante Giuseppe Ferraro detenuto ora al 41 bis a Sassari.
Dalle indagini emergerebbe anche il nome di Gaetano Suraci che però, essendo già morto, non sarà mai iscritto nel registro degli indagati. Per ora sono tutte ipotesi che devono essere confermate. La ricerca del presunto omicida è stata possibile ripartendo anche da quell'identikit dell'assassino reso pubblico solo lo scorso giugno.
Il figlio Lorenzo: "Speriamo sia la svolta"
A commentare a Fanpage.it la svolta investigativa è il figlio di Pietro Sanua, Lorenzo, che da anni si batte per cercare di arrivare alla verità sull'omicidio di suo padre: "Speriamo che arrivi al più presto l'esito finale e che la pista investigativa sia quella giusta. Speriamo sia la svolta".
"Non esulto ancora – continua – finché non c'è una certezza, però siamo sicuramente molto avanti. Stiamo arrivando a mettere l'ultimo tassello. Se fosse veramente coinvolto Vincenzo Ferraro avrò, oltre a una verità storica già riconosciuta, anche una giudiziaria. Avrò un volto da guardare".
Lorenzo aveva presentato istanza di apertura indagine nel 2019 dopo che già due volte erano state aperte (nel 1995 e nel 2013) e chiuse con un nulla di fatto. Lorenzo nel 2019 ha letto il fascicolo parola per parola e si è concentrato sulla figura di Gaetano Suraci, già noto perché vicino alle famiglie di ‘ndrangheta Sergi-Barbaro-Papalia presenti nei paesi di Corsico e Buccinasco.
Le indagini dal 2019 si erano concentrate sul diverbio che Pietro Sanua aveva avuto con Gaetano Suraci per una piazzola al mercato di Buccinasco. "Ora – continua Lorenzo Sanua – la nuova notizia è il possibile coinvolgimento di Vincenzo Ferraro, che però risulta incensurato. Lui è certo che conoscesse Suraci".
La difesa di Vincenzo Ferraro
Poco dopo la perquisizione Ferraro, attraverso il suo avvocato, ha rilasciato questa nota: "Il sig. Ferraro tiene a precisare come lo stesso sia totalmente ed incondizionatamente estraneo ai fatti relativi all’omicidio del sig. Sanua Pietro e vuole, altresì, rappresentare come egli non conosca nessuno dei soggetti a qualsiasi titolo menzionati nella provvisoria imputazione".
E ancora: "Appare doveroso, inoltre, precisare e ribadire come lo stesso sig. Ferraro sia assolutamente estraneo a qualsivoglia contesto criminale e, meno che mai, di criminalità organizzata. Prova ne é la fedina penale dello stesso, totalmente immune da precedenti di tale natura". Saranno le indagini della magistratura e un eventuale processo a confermare o meno il suo coinvolgimento.