Donna travolta da un treno a Lodi, la procura ascolterà due nuovi testimoni
Spuntano due nuovi possibili testimoni del travolgimento di Elisa Conzadori, la donna di 34 anni morta a Maleo, nel Lodigiano, dopo che un treno di Trenord ha colpito in pieno la sua auto a causa di un presunto malfunzionamento delle sbarre del passaggio a livello.
Spuntano altri due testimoni
Secondo quanto filtrato, la procura di Lodi che sta indagando sull'accaduto e ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, vuole ascoltare altre due persone dopo i primi testimoni. Una di loro sarebbe stata presente al momento dello schianto mentre l'altra potrebbe testimoniare sul malfunzionamento delle sbarre automatiche in un episodio diverso, risalente a qualche mese fa. Per ora, i testimoni ascoltati e ritenuti attendibili hanno rilasciato dichiarazioni che non lascerebbero spazio ad equivoci: le sbarre si sono abbassate segnalando il passaggio del convoglio salvo rialzarsi dopo poco tempo, senza che il treno fosse realmente transitato.
Il compagno della vittima: Vogliamo verità
Intanto, è grande il dolore che attanaglia i parenti e i conoscenti della vittima. Tra loro, c'è anche Marco Dragoni, compagno di Elisa Conzadori da oltre un decennio. "Io non ci credo ancora, per me non è vero. Non può essere vero", ha dichiarato sconvolto a La Provincia di Cremona mentre si trovava con i famigliari di Elisa e suo fratello. Dragoni, che non riesce a darsi pace per l'accaduto, ora chiede una cosa sola: verità. "Sì, vogliamo verità – ha spiegato l'uomo -. Rfi si è subito affrettata a dichiarare che non sono stati rilevati guasti, ma la sbarra è integra. E questo non è una supposizione: è una certezza. E poi ci sono le parole dei testimoni, che tra l’altro sto cercando di contattare personalmente". Poi, un commento sul comportamento della compagna: "Elisa non si sarebbe mai azzardata ad attraversare mentre le sbarre si stavano abbassando: chiedo alle autorità di fare chiarezza, perché pare di tutta evidenza che qualcosa non abbia funzionato".