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Donna precipitata dal balcone a Rozzano, nessuna telecamera avrebbe ripreso la caduta della 33enne

È ancora ricoverata in gravi condizioni e in coma la 33enne che il 12 agosto è precipitata da un balcone a Rozzano (Milano). Solo il suo risveglio potrebbe chiarire i dubbi degli investigatori, dato che nessuna telecamera avrebbe ripreso la caduta della donna.
A cura di Enrico Spaccini
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Immagine di repertorio
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Nessuna telecamera avrebbe ripreso la caduta della 33enne dal quarto piano della palazzina di via Palme, a Rozzano (nella Città Metropolitana di Milano), avvenuta nella notte tra domenica 11 e lunedì 12 agosto. La speranza degli investigatori, coordinati dal sostituto procuratore Antonio Cristillo, era che almeno uno dei sistemi di sorveglianza della zona puntassero su quel balcone, ma stando a quanto emerso la caduta non è stata filmata da nessun occhio elettronico. Ora per capire cosa sia accaduto quella notte restano poche possibilità, tra cui il risveglio della 33enne, attualmente ricoverata in coma alla clinica Humanitas.

La caduta dal balcone

Che avevano bevuto e litigato la notte tra l'11 e il 12 agosto lo ha raccontato anche il compagno della vittima, un 28enne originario dell'Ecuador. Il giovane, però, esclude un suo eventuale coinvolgimento nell'incidente, affermando che la 33enne, di origine peruviana, era caduta dal balcone alle 3:30 del 12 agosto perché si era sporta troppo per “svuotare la vaschetta del condizionatore”.

La Procura ha già aperto un fascicolo di indagine con l'ipotesi di reato di tentato omicidio ed è probabile l'iscrizione del 28enne nel registro degli indagati. Si tratterebbe innanzitutto di un atto dovuto per consentire al giovane di partecipare attraverso consulenti ai vari accertamenti che saranno effettuati nei prossimi giorni, ma anche di un'ipotesi che non sarebbe ancora possibile scartare.

Le ipotesi degli investigatori

La 33enne non mostrerebbe ferite compatibili con una eventuale colluttazione e il 28enne non ha su braccia o altre parti del corpo segni che possano far pensare a una lotta. Non risultano nemmeno interventi pregressi delle forze dell'ordine nella loro abitazione per casi di maltrattamenti. Tuttavia, rimane ancora un mistero il motivo che ha spinto la 33enne a chiamare i soccorsi per ben due volte prima di cadere senza, però, dire una parola al telefono.

Per il momento, dunque, nessuna pista è esclusa: la caduta accidentale, il gesto volontario di lei e un'azione di terzi. Con la tecnologia che pare non poter intervenire in aiuto degli investigatori, non resta che raccogliere altre testimonianze nell'attesa del risveglio della vittima.

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