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Il caso della donna picchiata dai vigili a Milano

Donna picchiata a Milano, il sindacato dei vigili: “Non bisognava manganellare sulla testa, ma non siamo santi”

Il SulPl spiega a Fanpage.it perché ha deciso di avviare una raccolta fondi a favore dei vigili che hanno picchiato una donna a Milano lo scorso maggio.
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Il Sindacato unitario dei lavoratori della Polizia locale ha avviato una raccolta fondi a sostegno dei tre agenti che lo scorso maggio hanno picchiato una donna transgender a Milano. Oltre al provvedimento disciplinare avviato dal Comune, il fatto – reso noto da un video diffuso sui social da un cittadino – è oggetto di un'indagine della Procura che, secondo quanto riferito, dovrebbe concludersi con la richiesta di rinvio a giudizio per lesioni e violenza. I soldi raccolti serviranno proprio a sostenere le spese legali dell'eventuale processo. Il segretario regionale del SulPl, Daniele Vincini, spiega a Fanpage.it l'opportunità di quest'iniziativa.

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Perché avete deciso di avviare una raccolta fondi per i vigili che hanno picchiato una donna a Milano?

Appena è iniziato l'attacco mediatico abbiamo capito subito che da soli, come sindacato, non ce l'avremmo fatta a sostenere i costi per le perizie e tutto quanto sarà necessario durante il processo. Ci è voluto un mese per formalizzare il conto, da ieri siamo operativi e già c'è rispondenza, anche perché è stato fatto sull'onda delle richieste dei cittadini oltre che dei colleghi.

Cioè ci sono stati alcuni cittadini che vi hanno suggerito la raccolta fondi?

Sì, in molti ci hanno chiesto come potevano aiutare i colleghi in questa situazione in cui si sono venuti a trovare.

I poliziotti, però, non sono stati sospesi, quindi percepiscono normalmente lo stipendio.

Al momento, a dire il vero, non sono stati neanche indagati. Però prendono uno stipendio ridotto, perché il servizio interno ha aliquote diverse e non possono più fare straordinari. Sono persone che hanno famiglia e vivono del loro lavoro.

E quindi non riuscirebbero a far fronte alle spese legali?

Noi abbiamo già dato la nostra tutela legale e abbiamo anche attivato la nostra assicurazione. Questi soldi serviranno nel caso dovessero esserci giorni di sospensione dal lavoro per i colleghi e per i costi delle perizie sull'intervento, un po' crudo, che è stato fatto ma che non ha avuto sviluppi seri. Però ci vuole qualcuno che certifichi che quei colpi non erano inferti per fare male in modo serio.

Ma allora perché sono stati dati quei colpi?

Secondo me c'è stato il fatto che loro si sono fermati per prestare soccorso, visto che al momento la trans sembrava ammalorata, e di tutta risposta sono stati aggrediti. Uno di loro ha preso i calci nelle tibie.

Ma da chi sono stati aggrediti?

Dalla trans che stavano trasportando.

Questo però, al momento, non risulta.

No no, questo glielo do per certo. Nel video si vede solo la fase finale dell'intervento, ma c'è tutto un pregresso. I miei colleghi hanno fermato la macchina per prestare soccorso alla trans che stava dando le testate contro il montante della macchina.

E quindi le perizie che volete far fare cosa dovrebbero dimostrare?

Nel video si vede il sangue, vorremmo sapere se è dovuto alle ferite dai colpi ricevuti, perché comunque un colpo in testa le è stato inferto, o poteva essere dovuto alle testate che lei da sola si è data in auto.

Ma questo in che modo cambia il fatto che il vostro collega abbia dato una manganellata in testa a questa donna?

Il fatto è capire che volontà aveva il mio collega: è stato un colpo inferto volontariamente o, come dice lui, per cercare di far venire meno l'aggressività della trans? Il problema vero è che c'è stata prima un'aggressione ai danni degli agenti. Poi il fatto che questa potesse essere sieropositiva non consentiva di avere un contatto diretto con il fermato.

Il sospetto che lei potesse essere sieropositiva da cosa nasce?

Lo ha detto lei quando sputava sangue, al parco Trotter. Tutto nasce lì. Questa era esagitata ed è intervenuto un nostro collega, su richiesta dei cittadini e addirittura di una maestra.

Questa richiesta è stata riscontrata?

Sì sì, è tutto riscontrato.

Però la scuola elementare ha negato di aver chiamato la polizia.

Noi invece abbiamo la dichiarazione di un'educatrice che dice di aver mandato via la trans alle 8,02. Quindi lei già stava facendo casini all'intento del plesso scolastico. Poi l'educatrice la ha allontanata.

Quindi la telefonata ai vigli è partita dal cellulare di questa educatrice?

No no, è partita da un altro collega. Perché i miei colleghi sono arrivati in ausilio a un altro poliziotto, che era lì per fare lavori di pulizia con l'Amsa e che è stato chiamato da un genitore perché c'era questo transessuale che faceva casino. Sono stati aggrediti anche gli operatori ecologici.

Quindi poi hanno caricato il soggetto, questo ha dato le testate in auto, ha finto un malore. I vigili si sono fermati e alla fine sono stati aggrediti.

Quali periti pensate di interpellare?

Il primo sarà un operatore di tecniche operative, che potrà dirci se le manganellate potevano provocare danni di un certo tipo.

L'eventuale assenza di danni giustificherebbe la manganellate?

Noi non stiamo giustificando le manganellate e neanche neghiamo che la persona sia stata manganellata, anche perché ci sono i filmati. Sicuramente il bersaglio non doveva essere quello, ma le grosse fasce muscolari.

Quindi sulla testa non andava colpita, erano colpi brutti da vedere ma che non avevano sicuramente la forza per poter causare grossi danni. Tanto che lei stessa ha rifiutato le cure mediche. Quelli (la testa, Ndr) sono bersagli che vengono vietati, poi nella concitazione del momento può sfuggire.

Ma voi non siete addestrati per non farvi prendere dalla concitazione del momento?

Senta, non siamo santi. Parlare da fuori è facile, io che ho fatto 34 anni in mezzo a una strada posso dire che non è tutto così semplice: c'è adrenalina, c'è l'emotività.

Sicuramente non è andato tutto in modo perfetto, siamo i primi a dirlo, ma prima di condannarli bisogna capire se quelle manganellate potevano causare danni di una certa rilevanza o era più scenografia.

Non c'è anche una componente psicologica?

Sì, perché il collega che si è fermato da buon samaritano per prestare soccorso si è visto ripagato con calci agli arti inferiori.

No, io intendevo sulla donna che è stata picchiata?

Sulla donna? Dai! Sul fatto del genere no, anche perché i due colleghi tre o quattro mesi prima avevano salvato un omosessuale, così dicono, che si voleva suicidare. Sono pluridecorati, non c'è nessuna componente sessista.

Secondo lei, quindi, un cittadino che viene manganellato così dalle forze dell'ordine non riporta traumi psicologici?

Il problema vero è che se si fosse comportato in modo civile nessuno gli avrebbe detto nulla e nessuno avrebbe fatto nulla. Se questo ha aggredito due agenti, alla fine c'è stata una risposta. Sicuramente non è stata da manuale, ma è stata quella della strada.

Quindi noi siamo qua per dire che avranno ecceduto, ma anche per difendere i colleghi perché si è parlato di torture e di aspetti legati al genere che non c'entrano assolutamente nulla. I nostri colleghi sono stati fatti diventare mostri e noi diciamo che non è così.

Perché non si sta facendo carico di questo anche il Comune?

Il Comune li ha abbandonati al loro destino. Per fortuna qualcuno ha capito anche le nostre ragioni e che c'era un perché è successo questo.

Ma il perché giustifica le manganellate?

Noi non stiamo giustificando nessuno, noi stiamo facendo una raccolta fondi e chi vuole aderire può farlo. Qui nessuno è colpevole fino a prova contraria: c'è gente che ammazza e fino al terzo grado è innocente, questo deve valere anche per i colleghi.

Fino a quando non saranno denunciati, perché al momento non lo sono ancora, e fin quando non avranno una sentenza di terzo grado per me saranno innocenti. Hanno fatto un'operazione, diciamo, un po' sopra le righe, ma da qui a dire che sono manganellatori folli ne passa.

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