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Donna malata di Alzheimer muore dopo aver ingerito sapone liquido, condannata la figlia a 3 anni

Una 80enne di Desio (Monza) è deceduta a febbraio 2022 dopo aver ingerito sapone liquido. La figlia 57enne è stata condannata in primo grado a 3 anni per abbandono di persona incapace. L’altro figlio sarà giudicato in abbreviato a maggio.
A cura di Enrico Spaccini
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Immagine di repertorio
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Una 57enne è stata condannata in primo grado a 3 anni di reclusione dalla Corte d'Assise di Monza per abbandono di persona incapace. Secondo l'accusa, la donna non avrebbe garantito un'assistenza continua alla madre 80enne, colpita da morbo di Alzheimer, la quale era deceduta dopo aver ingerito del sapone liquido mentre era sola in casa a Desio (in provincia di Monza e della Brianza). Con la stessa ipotesi di reato è imputato anche il fratello, che ha scelto di essere giudicato con rito abbreviato e per il quale è stata fissata l'udienza per il prossimo maggio nel Tribunale di Monza.

Stando a quanto ricostruito, a dare l'allarme nella mattinata dell'8 febbraio 2022 era stata la collaboratrice domestica che prestava servizio in casa dell'80enne in modo saltuario. La colf avrebbe trovato l'anziana sofferente a letto ed estremamente assetata. Poche ore dopo sarebbe deceduta. L'autopsia aveva rilevato che l'80enne aveva ingerito del sapone liquido che le avrebbe poi comportato complicazioni polmonari risultate fatali.

La Procura contesta ai due figli della donna di aver mancato negli obblighi verso la madre. Avrebbero dovuto garantire sorveglianza continuata assumendo, per esempio, una badante a tempo pieno, piuttosto che una collaboratrice domestica che prestava servizio poche ore al giorno. Una copertura che per gli inquirenti non era sufficiente a garantire il decoro dell'appartamento, spesso sporco e infestato di scarafaggi, e nemmeno la cura dell'80enne e del marito, anche lui colpito da decadimento cognitivo.

La figlia 57enne, residente in provincia di Trento, è stata, quindi, condannata in primo grado per abbandono di persona incapace a 3 anni di reclusione e all'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. Il fratello, residente a Lissone, sarà giudicato con rito abbreviato a maggio.

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