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Donna accoltellata per strada a Milano: “L’aggressore era ossessionato da lei”

L’aggressore, un 36enne eritreo, ha dichiarato di aver pagato la famiglia della connazionale per guadagnarsi il diritto di sposarla. “Quando l’ho vista ho perso il controllo”
A cura di Francesca Del Boca
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Cosa si nasconde dietro le coltellate che la 22enne ferita per strada a Milano ha ricevuto, il giorno del 17 agosto? Un matrimonio combinato in Eritrea da due famiglie, che la ragazza rifiutava con tutta sé stessa. E soprattutto una vera e propria ossessione da parte del suo aggressore, il connazionale che avrebbe dovuto sposarla.

Ha comprato il diritto a sposarla

Lui, 14 anni più grande, ha ammesso di aver pagato la famiglia di lei per poterla sposare. Un suo diritto inalienabile, guadagnato attraverso il denaro e sancito nei secoli dei secoli dalle leggi non scritte del suo Paese. Dietro questa giustificazione si difende adesso in sede processuale il 36enne eritreo.

Ma il giudice milanese non ci sente. La condotta dell'uomo infatti, a suo dire, "non può sicuramente essere parametrata a modelli culturali diversi", perché vive da anni in uno Stato dove è stata "ampiamente raggiunta la parità di genere e dove i matrimoni combinati sono aborriti come pratica retriva".

La ragazza ancora in ospedale

La ragazza resta intanto in prognosi riservata, dopo che una delle coltellate in pieno torace le ha perforato un polmone. Una lama lunghissima, da macellaio, che l'ha colta di sorpresa mentre si trovava in compagnia di alcuni connazionali tra la stazione Centrale e piazza della Repubblica a Milano.

Una furia cieca che non si è placata nemmeno dopo l'intervento degli agenti, visto che l'uomo avrebbe "continuato a fissare la donna, con il chiaro intento di volersi scagliare su di lei".

"Ho perso il controllo quando l'ho vista"

Il quale, interrogato dal gip, ha sostenuto di aver inviato alla donna circa quindicimila euro per le spese del viaggio che l'avrebbe dovuta condurre fino in Germania.

"Ho perso il controllo quando l'ho vista", ha detto durante l'interrogatorio. "Levatevi, perché la voglio uccidere", avrebbe persino gridato quel mattino, secondo il racconto di uno dei testimoni. La storia di un'ossessione, una fra tante. Troppe.

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