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Dona il midollo osseo, dopo tre mesi riceve cinque conchiglie e un messaggio misterioso

Gigi Zambelli viene chiamato per donare il midollo osseo 30 anni dopo essersi candidato. Qualche mese più tardi qualcuno gli dice grazie con un regalo inaspettato.
A cura di Chiara Daffini
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Gigi Zambelli
Gigi Zambelli

È un pomeriggio del 1996 quando il bergamasco Gigi Zambelli decide di iscriversi all’Admo (Associazione donatori di midollo osseo). “C’era un banchetto nel supermercato in cui lavoravo – racconta – ed era appena morto un mio carissimo amico di leucemia: non erano riusciti a trovare in tempo un donatore. Quel pomeriggio feci gli esami e firmai le carte, poi me ne tornai a casa e quasi me ne scordai”.

Dopo 30 anni, una telefonata

Passano quasi trent’anni. “Pensavo si fossero dimenticati di me – continua Gigi -, anche perché nel frattempo avevo raggiunto i 50 anni e non credevo fosse ancora possibile donare. Invece una mattina di settembre, nel 2019, arriva una chiamata in cui mi chiedono se sono ancora disponibile a donare il mio midollo osseo”. Un arco temporale che pare immenso, ma si spiega con un dato fornito a Fanpage.it proprio da Admo: a ogni malato servono almeno 100mila donatori per trovare una compatibilità”.

Donare e ricevere in Italia

Per questa ragione i numeri sono limitati: secondo i dati riportati dal registro donatori di midollo osseo (Ibmdr), nel 2021 ci sono stati in Italia 932 trapianti, a fronte di 300 donazioni da parte di connazionali. Di queste ultime, però, 92 sono andate all’estero, da cui sono ne sono arrivate altre 724. Nello stesso anno, 3197 persone hanno fatto domanda per ottenere una donazione.

“Non ci ho pensato due volte”

“Ero ancora convinto e contento di donare – racconta Gigi -, così non ci ho pensato due volte: ho rifatto tutti gli esami del caso e mi sono sottoposto alla trasfusione. Non ho sentito dolore, solo un po’ di spossatezza a fine giornata”. Gigi rientra a casa e torna alla sua vita normale, anche se vorrebbe sapere se la persona a cui ha donato il midollo sta bene: “La regola è mantenere l’anonimato, quindi resta solo la speranza – commenta -, ma dopo aver donato mi sono sentito diverso, più felice”.

Il sacchetto con le conchiglie e il biglietto per Gigi
Il sacchetto con le conchiglie e il biglietto per Gigi

Un regalo inatteso

Passano tre o quattro mesi e il telefono squilla di nuovo. Stavolta è il centro trasfusionale di Bergamo: “L’operatrice che mi aveva seguito durante la donazione mi ha chiamato per avvisarmi che c’era un regalo per me. Quando sono andato a prenderlo ho trovato un piccolo sacchetto di tulle azzurro con dentro cinque conchiglie bianche e un biglietto con scritto in italiano, spagnolo e russo: ‘Chi salva una vita salva il mondo’”.

Il messaggio "Chi salva una vita salva il mondo", scritto in italiano, spagnolo e russo
Il messaggio "Chi salva una vita salva il mondo", scritto in italiano, spagnolo e russo

La risposta di Gigi

“Ho quattro figli, ma le conchiglie sono cinque, come se ora ce ne fosse uno in più – dice Gigi -. Quando ho aperto il sacchetto mi sono immaginato un bambino che, dopo la guarigione, cammina sulla spiaggia con la mamma e raccoglie quelle conchiglie per ringraziarmi. Se la persona a cui ho donato il midollo fosse un bimbo o un ragazzo vorrei dirgli che può contare su di me come secondo papà, se invece avesse un’età più matura gli o le direi che siamo come fratelli”.

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