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Domestico ucciso nella villa a Milano, l’avvocato del presunto killer: “Non ricorda quasi nulla, valutiamo una perizia”

“Ricorda di essere stato nella villa, di aver dormito e mangiato lì. Ricorda determinate cose, ma su altre non ricorda assolutamente nulla”, ha spiegato a Fanpage.it l’avvocata Federica Scapaticci, legale di Dawda Bandeh, accusato dell’omicidio del collaboratore domestico Angelito Acob Manansala, trovato senza vita in una villa a Milano.
A cura di Giulia Ghirardi
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"Ricorda di essere stato nella villa, di aver dormito e mangiato lì. Ricorda determinate cose, ma su altre non ricorda assolutamente nulla", ha spiegato a Fanpage.it l'avvocata Federica Scapaticci, legale d'ufficio di Dawda Bandeh, il 28enne accusato dell'omicidio del collaboratore domestico Angelito Acob Manansala, trovato senza vita la sera di Pasqua, lunedì 21 aprile, nel salotto di una villa liberty nel centro di Milano.

Si è conclusa da poco l'udienza di convalida del fermo per Dawda Bandeh fissata per questa mattina, mercoledì 23 aprile, dal gip di Milano, Domenico Santoro, nel carcere di San Vittore di Milano. Per l'uomo, assistito dall'avvocata Federica Scapaticci, il pm di turno, Andrea Zanocelli, ha chiesto la convalida del provvedimento restrittivo emesso dai poliziotti dell'ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della questura e l'applicazione della custodia cautelare in carcere.

"Nel corso dell'udienza di convalida che è stata fatta stamattina, Bandeh ha voluto rispondere alle domande", ha continuato a raccontare a Fanpage.it l'avvocata Scapaticci. "Non ricordava nulla riguardo alla morte di Angelito Acob Manansala, non ha fatto dichiarazioni in tal senso. Ha raccontato di aver visto una persona lì, però, non è chiara la circostanza. Iniziamo a valutare una richiesta di perizia", per stabilire se Bandeh fosse capace di intendere e di volere.

Domestico trovato senza vita nella villa in centro a Milano

Secondo le prime ricostruzioni formulate dagli inquirenti, Bandeh – 28enne, originario del Gambia, regolare e residente a Bulgarograsso (in provincia di Como) – avrebbe fatto irruzione nella villa nel corso della mattina di Pasqua, qualche ora dopo aver tentato di entrare in un appartamento al sesto piano di un condominio in fondo a via Melchiorre Gioia, poco distante dalla stazione centrale.

Secondo gli inquirenti, poco dopo essere riuscito a entrare nella villa si sarebbe trovato di fronte il collaboratore domestico, rincasato dopo una passeggiata con il cane. A quel punto Bandeh lo avrebbe strangolato prima che potesse lanciare l'allarme e chiedere aiuto. Il presunto killer avrebbe quindi trascorso l'intera giornata all'interno della villa insieme al cadavere dell'uomo alla ricerca di qualcosa da rubare, "dormendo e mangiando".

A lanciare l'allarme intorno alle 18:00 è poi stato il proprietario di casa – un imprenditore di 51 anni, noto esponente della comunità ebraica – al rientro in compagnia della figlia dopo una settimana di ferie. Una volta all'ingresso, avrebbe notato la porta aperta e, subito dopo, il collaboratore domestico riverso sul pavimento senza vita. Dietro di lui, la sagoma di un estraneo che rovistava nei cassetti del salotto.

È a quel punto che il proprietario di casa avrebbe richiuso la porta dietro di sé e avrebbe chiamato il 112. Quando la polizia è arrivata sul luogo ha trovato il ladro ancora bloccato all'interno della villa e ha dovuto usare un taser per immobilizzare il 28enne. Al momento, gli investigatori stanno analizzando le immagini delle videocamere di sorveglianza presenti nella villetta.

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