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Domestico ucciso a Milano, il killer poco prima era entrato in un’altra casa: “L’ho visto mentre scalava il palazzo”

Poche ore prima della morte del collaboratore domestico Angelito Acob Manansala il giorno di Pasqua, Dawda Bandeh, accusato dell’omicidio, avrebbe tentato di entrare in un’altra casa in via Melchiorre Gioia. Il racconto della custode.
A cura di Giulia Ghirardi
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"Sono stata svegliata all’alba da un inquilino del sesto piano che si è trovato faccia a faccia con un intruso sul balcone”. A parlare è Rita, la custode del condominio situato in via Melchiorre Gioia che, la domenica di Pasqua, domenica 20 aprile, è stato preso di mira da Dawda Bandeh, il 28enne accusato dell'omicidio del collaboratore domestico Angelito Acob Manansala, trovato senza vita la sera dello stesso giorno nel salotto di una villa liberty situata nel centro di Milano.

Stando alle informazioni disponibili, infatti, soltanto poche ore prima dell’omicidio di Acob Manansala, Bandeh, Bandeh si sarebbe arrampicato al sesto piano di un condominio in fondo a via Melchiorre Gioia, non lontano dalla stazione Centrale. A lanciare l'allarme sarebbe stato il proprietario di casa che, avendo sentito rumori insoliti, avrebbe scoperto l'uomo sul balcone intorno alle 5:00 del mattino. 

"Quella mattinata il mio telefono ha squillato poco dopo le 5.30", ha raccontato ancora la custode a Il Corriere della Sera. "Era un inquilino del sesto piano che mi cercava. Io ho risposto, lui mi ha detto che c’era un uomo, probabilmente un ladro, praticamente in casa sua. Non c’erano segni di effrazioni, quindi o la porta-finestra era socchiusa, o, vedendolo sul balcone, istintivamente ha girato la maniglia. Io l’ho invitato a chiamare subito il 112. Poi, insieme a mio marito, mi sono affacciata alla porta”. Un uomo "stava scendendo le scale e, man mano che raggiungeva i singoli piani, apriva le finestre collocate tra le rampe. Non so per quale motivo. Era scalzo”. Per arrivare al sesto piano "ha scavalcato il cancello del cortile, ha raggiunto la facciata (quella sul retro del condominio) e l’ha scalata mettendo i piedi scalzi sul tubo del gas”.

Alla fine, è uscito tranquillamente, "era mogio, camminava lentamente e con la testa incassata nelle spalle, come se volesse nascondere il volto. Quindi ha raggiunto la cancellata, la stessa che aveva scavalcato pochi minuti prima per entrare, ed è uscito scavalcandola nuovamente. Poi si è dileguato", ha concluso la signora Rita. "Erano quasi le 6 del mattino, io e mio marito non siamo più tornati a letto”.

Sul luogo sono arrivati i carabinieri che hanno individuate il 28enne a poche centinaia di metri, in via Sammartini. Dopo averlo portato negli uffici della Caserma Montebello, è stato denunciato a piede libero per violazione di domicilio. Erano le 8.08 quando è uscito dalla caserma, situata a 300 metri da via Randaccio. È lì che, in quel momento, Bandeh si sarebbe diretto e dove, poco dopo, Angelito Acob Manansala è stato trovato strangolato senza vita.

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