“Documenti contraffatti e firme false”: così gli indagati si sono aggiudicati l’appalto per il Cpr di Milano
Per aggiudicarsi l'appalto sulla gestione del Cpr di via Corelli a Milano la società La Martinina srl – la cui amministratrice è Consiglia Caruso – ha presentato "documenti contraffatti e firme false". Così la società, con sede nel Salernitano, ha vinto il 10 ottobre del 2022 la gestione, affidata poi ad Alessandro Forlenza, nonché figlio della Caruso. A svelare l'irregolarità nella gestione dell'appalto sono state le indagini della Guardia di Finanza di Milano coordinate dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e i pm Giovanna Cavalleri e Paolo Storari: le Fiamme Gialle nella mattina di oggi venerdì primo dicembre si sono presentate in via Corelli per tutte le perquisizioni del caso. Madre e figlio ora dovranno difendersi dall'accusa di "frode in pubbliche forniture" e di "turbativa d'asta".
Secondo quanto sostiene la Procura, La Martinina srl avrebbe presentato una lista di documenti contraffatti per turbare la gara d'appalto. E la lista è lunga:
- il protocollo d'intesa con la comunità Pastorale che raccoglie le Parrocchie di San Martino di Lambrate e SS Nome di Maria;
- il protocollo d'intesa stipulato con l'associazione "S.S.D. Scarioni 1925";
- la convenzione con il Centro Islamico Italiano;
- la convenzione con Ala Onlus;
- la convenzione con l'associazione Medici Volontari Italiani Onlus;
- la convenzione con l'associazione Minhaj Ul Wuran International;
- il protocollo d'intesa con Dianova Onlus;
- il protocollo con il supermercato Spesasi;
- il contratto d'acquisto con Laser Video srl di un distributore automatico con istruzioni operative con cinque lingue, in grado di erogare tabacchi e ricariche telefoniche;
- il contratto con Orasesta spa per la fornitura di distributori automatici che consentono agli ospiti di consumare snack e bevande avvantaggiandosi di listini preferenziali con prezzi sociali dei relativi prodotti simulando in tal modo di rendere ai trattenuti una serie di servizi in realtà mai resi.
I protocolli e le convenzioni contraffatte erano arricchite da una serie di diritti promessi (e poi mai mantenuti) dal contratto d'appalto: dalle informazioni legali all'assistenza sanitaria, dalle attività ricreativi a luoghi di culto. Tutto poi risultato assente. Così la società La Martinina srl era riuscita ad aggiudicarsi l'appalto da 4 milioni e 400mila euro per la gestione per un anno dei 72 posti del Cpr di via Corelli. I soldi sarebbero stati spesi per il mantenimento della struttura e dei suoi ospiti: avevano stipulato 40 euro al giorno per persona e 132 euro di kit vestiti. Per un totale di 72 posti disponibili totali nel centro milanese.
Nel Cpr anche malati di tumore non assistiti dai medici
Dalle prime ore di questa mattina i finanzieri sono al lavoro nel Cpr per raccogliere tutte le documentazioni necessarie alle indagini. Sono state effettuate copia delle cartelle cliniche e della documentazione sanitaria dei trattamenti. Ai migranti in attesa di rimpatrio non erano state garantite le corrette cure e la corretta assistenza sanitaria: le prestazioni sanitarie specialistiche nella maggior parte delle volte non vengono effettuate per mancanza di fondi. Come spiega la Procura, era stato confermato da una farse riportata dal direttore sanitario del centro, riferito a un ospite con un fortissimo mal di denti che non aveva ricevuto cure, a dire: "Ma ce li abbiamo i soldi per ricostruire i denti a questo ragazzo?". Lo stesso avveniva per malati di tumore, "considerati idonei alla vita al centro".
La reazione della politica alla perquisizione nel Cpr
Intanto, a poche ore dall'inizio delle perquisizioni Pierfrancesco Majorino, responsabile nazionale Segreteria PD per le politiche migratorie e capogruppo Pd in Consiglio regionale, ha voluto sottolineare:
Da tempo chiedo la chiusura del CPR di via Corelli, come peraltro ha fatto mesi fa il consiglio comunale di Milano, votando una mozione palesemente ignorata. Le notizie di oggi non fanno che confermare le pesanti criticità già emerse in passato. Siamo di fronte ad uno spazio opaco, un luogo dove crolla la cultura del rispetto dei diritti umani. Siamo inoltre di fronte ad una clamorosa occasione persa per Milano. Quella struttura potrebbe (come già in passato avveniva) essere nuovamente convertita a luogo per accogliere e aiutare chi non ha un tetto. Mi riferisco alla necessità di far diventare via Corelli uno spazio per cittadini, italiani e stranieri, senza dimora. Ha tutte le caratteristiche per svolgere nel migliore dei modi questa funzione.
Sulla notizie delle indagini è intervenuto anche Luca Paladini (Patto Civico). Il vice presidente commissione carceri in Regione Lombardia non ha dubbi:
Chiudere subito Cpr di Via Corelli. La cosa che veniva denunciata da tempo da diverse associazioni, adesso la scopre anche la guardia di finanza. Nel Cpr di Via Corelli nessuna assistenza medica verso migranti in precarie condizioni di salute e cibo scaduto nei piatti. Il tutto con l'aggiunta di un'indagine in corso per reati di frode nelle pubbliche forniture e turbata libertà degli incanti alla società aggiudicataria dell'appalto per la gestione del centro. Quindi una galera a cielo aperto verso chi ha commesso un reato amministrativo gestita da chi ne ha fatte di tutti i colori compreso mettere a rischio la vita dei migranti. Il Cpr di Via Corelli è una vergogna e va chiuso subito.
In difesa dei migranti da anni c'è associazione Naga, che commenta così le indagini:
Il Naga accoglie con soddisfazione la notizia, appena pubblicata da alcuni organi di informazione, di una perquisizione in corso al Cpr di via Corelli. Non sappiamo da dove parta l’indagine, probabilmente anche i dati contenuti nel nostro dossier realizzato in collaborazione con Mai più lager – NO ai CPR hanno contribuito a smuovere le acque. Da anni diciamo che vogliamo far luce sul CPR, e ora finalmente i lati oscuri cominciano ad emergere.