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Diva Borin trovata morta sul divano di casa, il badante è stato assolto in via definitiva dopo 5 anni

È stato assolto in via definitiva Salvatore Spina, il 43enne accusato dell’omicidio di Diva Borin. La Procura generale ha deciso di non impugnare la sentenza di assoluzione d’appello.
A cura di Enrico Spaccini
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Diva Borin
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La Procura generale ha deciso di non impugnare la sentenza che ha assolto anche in appello Salvatore Spina, il 43enne accusato dell'omicidio di Diva Borin. Secondo la giustizia italiana, non è stato lui a uccidere l'86enne il 2 marzo del 2019 nella sua casa di via Ballini nel quartiere Urago Mella di Brescia. Per il 43enne ha così fine un iter processuale andato avanti per cinque anni, ma l'omicida di Borin è quindi ancora a piede libero.

Era la mattina di sabato 2 marzo del 2019 quando Spina, insieme a una vicina di casa, è entrato nella casa di Borin trovandola senza vita sul divano. L'86enne aveva un foulard stretto attorno al collo, segno di una morte violenta. Gli investigatori accusarono subito il 43enne di averla uccisa: il movente sarebbe stato l'eredità che l'86enne aveva deciso di lasciargli e che, sosteneva l'accusa, Spina voleva intascare subito "per fare la bella vita".

"Non avevo bisogno dei soldi di Diva Borin", ha affermato Spina in un'intervista al Giornale di Brescia, "io e mia moglie abbiamo un buono stipendio. Se mi fossero interessati non avrei rinunciato all’eredità". Il 43enne, di origini trapanesi e residente a Brescia da oltre 20 anni, aveva conosciuto l'anziana nel supermercato per il quale lavorava e piano piano aveva iniziato a darle una mano con le faccende domestiche. Tra i due si era instaurato un rapporto di fiducia, tanto che Spina aveva le chiavi di casa della donna: "Per me e i miei figli era come una nonna", ha ricordato.

Durante il processo, è stato dimostrato che l'orario della morte dell'anziana non era compatibile con gli spostamenti di Spina. Per questo motivo, due sentenze hanno stabilito che non può essere stato lui a ucciderla. "Ho perso tutta la mia serenità, anche se sapevo di essere innocente", ha dichiarato Spina che in questi cinque anni è sempre rimasto libero.

La decisione della Procura generale fa terminare qui "l'incubo" di Spina. L'assassino di Borin, invece, non ha ancora un nome.

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