Disastro ferroviario a Carnate: accusa di depistaggio per i responsabili Trenord
Poteva essere una tragedia. Fortunatamente quella mattina del 19 agosto 2020, a bordo del treno Regionale 10776 di Trenord, a bordo c'era un solo passeggero. Che non riportò ferite o traumi durante lo schianto del convoglio che correva impazzito a quasi 80 km/h, senza freni, mentre il capotreno e il macchinista erano a bar della stazione a bere il caffè.
Indagati macchinista, capotreno e due tecnici della manutenzione
Fu a causa di un guasto ai freni se il treno si rimise in movimento senza guida, per venire poi fatto schiantare su un binario morto.
Ma la Procura di Monza vuole vederci chiaro, e risalire alle responsabilità di quel potenziale disastro: alla chiusura delle indagini, sono attualmente accusati di disastro ferroviario colposo il capotreno, il macchinista e due addetti alla manutenzione, ritenuti responsabili della mancata custodia del treno e del deragliamento.
Secondo il pm, i due tecnici della manutenzione non si accorsero, solo pochi giorni prima dell'incidente, del malfunzionamento dei freni. Il capotreno e il macchinista invece, dal canto loro, "cagionavano un disastro ferroviario, essendo stato lasciato incustodito senza inserimento di freno di stazionamento e di freno a molla". Non avevano insomma inserito correttamente i freni.
Accusato di depistaggio il direttore della manutenzione Trenord
Accuse di disastro colposo, lesioni personali. E non solo. Pesante anche l'accusa di depistaggio nei confronti del il direttore della manutenzione Trenord Giorgio Colombo, e il responsabile della manutenzione dello stabilimento Milano Fiorenza Gianluca Devcich.
Per la Procura monzese, infatti, "al fine di ostacolare le indagini, prima Colombo (d'accordo con Devcich) dava ordine al personale Trenord di sottrarre dal relitto della vettura pilota il rubinetto del freno e il rubinetto di intercettazione "Mif", e dopo aver riscontrato il malfunzionamento di quest'ultimo, Devcich (d'accordo con Colombo) lo occultava, così mutando artificiosamente il corpo del reato e lo stato di cose connesse al reato".
A processo dunque, a breve, i sei dipendenti di Trenord.