“Disarmiamo il patriarcato”, a Milano il corteo di Non Una di Meno: migliaia di persone in strada
A Milano si è svolto il corteo organizzato da "Non una di meno" in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne. La manifestazione è iniziata in piazza Oberdan dove è apparso uno striscione con la scritta "Disarmiamo il patriarcato". Sono migliaia le persone che hanno deciso di partecipare e che stanno riempiendo le strade del capoluogo meneghino.
Il corteo è partito dal quartiere di Porta Venezia e si concluderà in piazza Cinque Giornate. Lungo il percorso ci saranno flash mob e interventi musicali. Nel post, condiviso su Instagram, con cui era stato annunciato il corteo, Non una di meno ha specificato che si tratta di una protesta "Contro femminicidi, lesbicidi e transicidi. Contro la guerra patriarcale". Hanno infatti ricordato come i femminicidi, da inizio anno, siano 93: "Veniamo uccise, picchiate, stuprate e molestate tutti i giorni e a farlo sono i mariti, i compagni, i padri, gli zii, i cugini, i fratelli".
Chiedono quindi "educazione sessuale in ogni scuola e una seria prevenzione della violenza. Vogliamo fondi e autonomia per i Centri Antiviolenza, per i consultori, per il reddito di autodeterminazione". Manifestano poi per fermare le guerre: "Dopo 76 anni di colonialismo e apartheid, il genocidio del popolo palestinese prosegue da oltre un anno, con la totale complicità economica, logistica e bellica dello Stato italiano, che dobbiamo fermare. Fermiamo le guerre in Ucraina, Rojava, Libano, Siria, Yemen, Sudan e Congo".
Dichiarano quindi di unirsi "alla resistenza del popolo palestinese, perchè non può esserci libertà per le donne e le persone queer senza una Palestina Libera. Amplifichiamo la voce irriducibile delle donne afghane. Non lasciamo sola Ahoo Daryaei e le sorelle iraniane che non cedono al regime, lottiamo con le YPJ che difendono la Rojava".
Ancora contro "il governo Meloni ha dichiarato guerra a tutto ciò che sfida il sistema neoliberista, bianco e patriarcale" e in particolare dalle"deportazioni nei Lager in Albania sono solo l'inizio: lo Stato dimentica le vittime di tratta e violenza, mentre attacca famiglie omogenitoriali, persone queer, corpi non conformi, persone razzializzate" agli attacchi all'aborto e infine contro il Ddl Sicurezza.