Direttore d’orchestra filo-Putin, Sala: “Escludo che Gergiev sarà al Teatro alla Scala”
Il "caso Valery Gergiev" potrebbe chiudersi definitivamente il prossimo sabato 5 marzo con l'esclusione del maestro dal Teatro alla Scala. Nel tempio della lirica milanese il direttore d'orchestra russo, le cui affermazioni in favore di Vladimir Putin – col quale è legato da una stretta amicizia – suonano adesso decisamente stonate, aveva debuttato la scorsa settimana dirigendo la "Dama di Picche", opera di Tchaikovsky basata sull'omonimo racconto di Aleksandr Puškin. Gergiev era salito sul podio dell'orchestra della Scala il 23 febbraio, esattamente il giorno prima che Putin decidesse di invadere l'Ucraina.
L'ultimatum del sindaco
Era stato il sindaco Beppe Sala, durante un incontro col suo ex sfidante alle Comunali Luca Bernardo, a far scoppiare il caso: "Abbiamo alla Scala ‘La dama di picche' diretta dal maestro Valery Gergiev che ha più volte dichiarato la sua vicinanza a Putin", aveva detto il 24 febbraio, qualche ora dopo l'inizio della guerra. Sala, che è anche presidente della Fondazione del Teatro alla Scala, aveva quindi lanciato una sorta di ultimatum: "Con il sovrintendente del teatro (Dominique Meyer, ndr) gli stiamo chiedendo di prendere una posizione precisa contro questa invasione e se non lo facesse saremmo costretti a rinunciare alla collaborazione".
Gergiev non ha risposto
A distanza di giorni da quella richiesta Gergiev non ha ancora risposto. E così oggi Sala, interrogato sulla presenza del maestro russo il prossimo 5 marzo nella nuova replica della "Dama di Picche", ha risposto: "Non credo che ci sarà, credo che a questo punto lo possiamo escludere". In merito alle polemiche che hanno suscitato le parole di Sala, accusato da alcuni di voler esautorare Gergiev per le sue idee politiche, il sindaco ha precisato: "Il maestro non ha risposto, io certamente non ho chiesto nessuna abiura però ho chiesto una presa di distanza dalla guerra, che è una cosa un po' diversa".